«Cenci»: al Mina Mezzadri la condanna della società patriarcale
Arriva a noi carica di suggestioni letterarie la terribile vicenda di Beatrice Cenci, vittima della brutalità del padre e di una perfida giustizia che in nome del potere annienta qualsiasi istanza di riscatto. Giorgia Cerruti (autrice della drammaturgia, regista e interprete nella parte di Lucrezia) entra con documentata sensibilità dentro il racconto, privilegiando la guida di Percy Bysshe Shelley per addentrarsi nelle oscurità del cuore umano e di Antonin Artaud per andare oltre, guardando in faccia il dolore.
La messa in scena
Carica di suggestioni diverse eppure essenzialmente nitida ed espressiva è la messa in scena di «Cenci. Rinascimento contemporaneo» che la Stagione del Ctb include per la rassegna di teatro contemporaneo «Nello spazio e nel tempo». Al teatro Mina Mezzadri resta in allestimento dopo gli applausi del debutto fino a domenica 23.
Le maschere introducono ai ruoli, nello spazio domestico dominato dal rosso dell’oppressione che già prelude al sangue. Se ne liberano entrando nell’intrico della rispettiva natura il padre Francesco Cenci tutto teso a perseguire il suo dominio ossessivo, la consorte Lucrezia vittima e complice al tempo stesso, Beatrice invano fiduciosa in possibili aiuti.
Lei è una ragazza di oggi, con la sua tuta rossa, nella combinazione scenica di antico e moderno con pochi oggetti emblematici e con costumi di duplice ispirazione. Il potere si avvale di omertà e servilismo e ha il suo fondamento nel paternalismo, che non può tollerare incrinazioni.
Congiura e processo
Si torna alla cronaca del momento e ci si proietta al presente, dopo lo scoprimento della congiura. Gli atti del processo sono di per sé espressivi, sonorità di congegni a vista alludono alla barbarie delle torture, a commento di una fredda lettura. Il volto della bella Beatrice tramandato da Guido Reni entra in una composizione pittorica che dal fondale rammenta l’epilogo.
Sulle t-shirt degli (ottimi) attori è il volto di Medusa dipinto da Caravaggio ad accompagnare l’esortazione: «Petrify the patriarchy», pietrifica il patriarcato.
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