Cultura

Cantano per il fratello di El Shaarawy, Golden Guys a Brescia

Il coro diretto e ideato da Paola Milzani, cantante bresciana, domani alle 21.15 si esibirà nel Castello di Padernello per il festival del jazz
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Nasce come forma di preghiera e oggi rivive in un vibrante intreccio di sacro e profano. È il gospel dei Golden Guys, il coro diretto e ideato da Paola Milzani, cantante bresciana di formazione classica e specializzata in jazz, che domani sera alle 21.15 si esibirà nel Castello di Padernello per il festival del jazz.

24 voci e una formazione strumentale (pianoforte, chitarra, basso e batteria), provenienti da Brescia e Bergamo, ma anche da Genova, Vigevano, Savona, Roma, Etiopia e Nigeria, interpretano un gospel «come non l'avete mai visto»: la musica spirituale degli afro-americani si fonde con la musica sacra e il jazz, in un mix affascinante capace di coinvolgere ed emozionare. Protagonista del concerto di domani sarà naturalmente il jazz, con al centro i brani del celebre compositore statunitense Duke Ellington e altre sorprese. 

«Questa mescolanza rappresenta il nostro viaggio - spiega Paola Milzani -, racconta tutte le esperienze che abbiamo fatto». Dal 1996 - anno di nascita del progetto - il gruppo porta in giro per l’Italia un programma di alta qualità musicale che cambia man mano nel tempo, lasciandosi plasmare dai contesti che incontra. «Per fare un esempio, le preghiere in swahili come "Baba Yetu" e "Amani" nascono da un mio viaggio in Africa, "L’hymne à l’amour" di Édith Piaf da un passaggio per la Francia, "Gloria a Dios" di Ariel Ramírez viene dall’Argentina, e così via» dice Milzani. 

Ma i Golden Guys hanno accumulato anche numerose esperienze di prestigio. A luglio 2016 c’è stato il flash mob, poi divenuto tipico dei loro concerti, nell'opera-performance «I Make Love To You. You Make Love To Me. Let Love Have Sex With The Both Of Us» del celebre artista angolano Nástio Mosquito presso la Fondazione Prada a Milano.

«Un vero dono della Fondazione -, commenta la direttrice -, doveva essere una parte e alla fine l’artista ci ha ceduto il passo e ne è nato un incontro fra lo swahili e il gregoriano, che diventava spiritual e poi gospel, in un’unione fra musica e performance». O ancora, l'esibizione a «Che tempo che fa» su Rai3 nel pezzo di Mika, «Good Guys», uscito nel 2015. Fra il 2004 e il 2006 il coro ha cantato anche con Antonella Ruggero, Sarah Jane Morris e Ron al festival di Bergamo «Notti di Luce» e nel 2008 con Roby Facchinetti dei Pooh. 

I loro concerti passano anche per le piazze, le chiese (matrimoni compresi, di recente quello del fratello di El Shaarawy), i teatri, i vernissage e perfino per i corridoi degli ospedali, come mostra un video girato all’interno della Poliambulanza. 

Chi c’è stato racconta di aver provato una grande emozione, per via della musica resa con maestria e che attinge alle radici profonde di tanti popoli, per i gesti e i colori che la accompagnano. «Noi viviamo con amore quello che facciamo - conclude Milzani -, siamo felici di sapere che chi ci ascolta provi un po’ di questa felicità».

 

 

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