Giorgia Fumo: «Noi millennials campioni di autoronia»

Una dichiarazione d’amore dolceamara alla generazione degli SMS, quella che sognava il lavoro e la casa perfetta e si è ritrovata con l’ansia da prestazione e un contratto a progetto: i millennials. Arriva il 15 maggio, alle 21 al Teatro Clerici di Brescia lo spettacolo «Vita Bassa» di Giorgia Fumo, una delle voci più brillanti del panorama comico italiano (biglietti da 28,75 euro su Ticketmaster, Ticketone e prevendite abituali Zed).
Classe 1986, Giorgia ha condotto per anni una doppia vita: di giorno ingegnera e consulente di Market Intelligence, di notte comica e improvvisatrice sui palchi teatrali. «Vita Bassa» non è solo un luminoso affresco contemporaneo, ma un viaggio nelle contraddizioni e nella vita quotidiana di una generazione che ha saputo fare dell’autoironia la sua arma vincente. L’abbiamo intervistata.
Giorgia, cos’è questa vita bassa, oltre quella dei jeans?
Nello spettacolo parlo di come il tenore di vita della mia generazione sia molto più basso di quello promesso e faccio un’analogia fra la vita dei jeans e lo stile di vita che ci siamo potuti permettere da adulti.
Ha scritto un manuale di sopravvivenza per millenials…
Sì, «Ingegneria della vita adulta», per HarperCollins. È uscito ad ottobre, praticamente in contemporanea al tour. Mi sento di aver portato avanti tutto quello che volevo dire e tutto insieme. Mi piaceva l’idea di scrivere un manuale di ingegneria, perché io sono ingegnere ed è stato il mio lavoro per 13 anni. I miei manuali universitari avevano una struttura molto specifica e l’ho voluta riportare nel libro.
Quanto la sua formazione ha influito sulla sua comicità?
Tanto. Per lavoro sono stata abituata ad analizzare le persone. Analizzavo quello che veniva scritto online e creavo algoritmi matematici per trasformare le opinioni in dati utilizzabili. Questo ti lascia un metodo e un punto di vista privilegiato sulle persone. Ho anche un profilo Instagram molto seguito, spesso le persone si sentono più sicure a raccontare a una sconosciuta opinioni o cose che stanno affrontando. Mi sono sempre trovata nel ruolo dell’osservatore.
I social sono stati importanti?
Molto, perché non vivendo né a Roma né Milano e non avendo contatti con il mondo dello spettacolo, sono sempre rimasta fuori dai giri, dai laboratori e dai locali. Con i social ho potuto avere un palcoscenico non solo nazionale, ma anche globale. Quando è arrivata la pandemia ci siamo trovati tutti sullo stesso palcoscenico. Sapevo che avevo cose da dire e persone interessate ad ascoltarle. I social sono stati il luogo in cui ho potuto metterle.
È la prima volta a Brescia?
Ho partecipato nel 2023 alla Sagra Fagiana dell’Estetista Cinica! Brescia mi è piaciuta moltissimo, ho fatto un bellissimo giro, sono contenta di tornare!
L’attendono le ultime due date di «Vita Bassa». Quali sono i progetti per il futuro?
«Vita Bassa» mi ha portato dall’essere una dipendente con un sogno, ad essere comica e scrittrice di professione. Sarà difficile lasciarlo andare. Ma in canna ho già lo spettacolo nuovo, che uscirà in autunno. Parlerà solo di lavoro e si baserà molto sulla mia esperienza. Sono entusiasta, perché c’è ancora molto da fare: foto, locandine… sarà un’estate di scrittura e preparativi!
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