Cultura

Arte e fede 80 anni fa sotto le bombe: distruzione e rinascita

Fino al 2 marzo al Museo Diocesano una rassegna fotografica e documentaria evidenzia la drammaticità dei bombardamenti alleati sulla città
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"Brescia ferita" al Diocesano
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La «Vittoria alata» sepolta, il «Polittico Averoldi» di Tiziano nascosto, la facciata della chiesa di Santa Maria dei Miracoli schermata. A ottant’anni dalle distruzioni belliche che colpirono la nostra città, il Museo Diocesano propone la mostra «Brescia ferita (1944-1945). I luoghi della fede dai bombardamenti alla rinascita», organizzata in collaborazione con Croce Rossa Italiana -Comitato di Brescia, nel quadro delle celebrazioni del 160esimo anniversario della fondazione di quest’ultima e in partnership con Canon.

Fotografie

  • Ottant'anni fa i bombardamenti su Brescia
    Ottant'anni fa i bombardamenti su Brescia
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    Ottant'anni fa i bombardamenti su Brescia
  • Ottant'anni fa i bombardamenti su Brescia
    Ottant'anni fa i bombardamenti su Brescia
  • Ottant'anni fa i bombardamenti su Brescia
    Ottant'anni fa i bombardamenti su Brescia

Attraverso una quarantina di fotografie e alcuni documenti d’epoca, la mostra documenta le distruzioni del secondo conflitto mondiale, la ricostruzione e il restauro negli anni del periodo post bellico, ma anche le soluzioni adottate per mettere al riparo i beni artistici bresciani.

Con la curatela di Carlotta Coccoli (Università di Brescia) e Maria Paola Pasini (Università Cattolica), l’esposizione nel chiostro del Diocesano narra di come i bombardamenti aerei colpirono i siti religiosi bresciani: il 13 luglio 1944 la cupola del Duomo nuovo fu sfondata e incendiata, mentre danneggiamenti cospicui riguardarono la chiesa di San Marco. Il 2 marzo 1945 furono invece gravemente lesionate le chiese di Sant’Afra in via Crispi (ora Sant’Angela Merici), Sant’Alessandro, San Francesco e la chiesa dei Miracoli. «Quest’ultima – spiega Coccoli – fu l’unico monumento bresciano a essere schermato per attutire gli effetti delle onde d’urto delle esplosioni, consentendo così di salvarne la facciata».

«In mostra – prosegue la curatrice - si può trovare anche un QR code che consente il collegamento con l’Università di Yale, dove è conservato il libricino con gli appunti dei militari anglosassoni della Sottocommissione alleata per i monumenti, le Belle arti e gli archivi che, dopo lo sbarco in Sicilia, si affiancarono alle nostre Soprintendenze con l’obiettivo di fornire il primo soccorso ai monumenti italiani». Il restauro della chiesa dei Miracoli, avviato nel 1946, è citato fra i casi virtuosi nel volume sulla ricostruzione del patrimonio artistico curato dal Ministero della Pubblica Istruzione.

La salvezza delle opere

  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
    La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
    La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
    La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
    La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
    La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
    La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
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  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
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  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
    La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
    La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
    La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano
    La presentazione della mostra a ottant'anni dalle bombe al Diocesano - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

L’esposizione del Diocesano prosegue con un focus sulle vicende riguardanti le opere d’arte custodite negli edifici colpiti. Con l’entrata in guerra dell’Italia, fu adottato un piano di protezione del patrimonio artistico mobile. Brescia non fece eccezione: il 6 giugno 1940 giunse l’ordine di imballare le opere d’arte e tenersi pronti a trasferirle in luoghi protetti, come le ville nobiliari della provincia, lontane da obiettivi strategici. «Emblematico fu il caso di Villa Fenaroli a Seniga – chiarisce Pasini –, dimora lungo il fiume Oglio che, in virtù della posizione defilata e dei suoi ambienti ariosi e asciutti, divenne la "cassaforte" dell’arte lombarda».

In essa furono radunate tele, statue, avori, incunaboli e oggetti sacri bresciani, tra cui il dipinto «L’incontro di Gesù risorto con la madre» di Moretto, «La vergine con il Bambino» di Floriano Ferramola, «La cena di Emmaus» di Romanino e il «Polittico Averoldi» di Tiziano, oltre alla statua della «Vittoria alata», rimasta interrata nel parco della villa per tutto il periodo del conflitto. «Il patrimonio artistico bresciano è stato fortunato – aggiunge Pasini -, non ha subìto danni. Questo trasferimento di capolavori fu una grande operazione di protezione civile».

Documenti

Numerosi anche i documenti esposti, tra cui la lettera inviata al Ministero competente, nel 1963, da Ugo Baroncelli (all’epoca ispettore onorario dei monumenti e direttore dei Musei civici e istituti culturali di Brescia), che attesta il successo dell’operazione di salvataggio del patrimonio artistico mobile, e la Frick Map redatta dagli Alleati nel 1943, dove sono localizzati i più importanti monumenti di Brescia da risparmiare durante i bombardamenti della città.

In concomitanza con la mostra, sabato 1° marzo il Museo diocesano ospiterà la mattinata di studio «Protezione, danni e ricostruzione. Il patrimonio artistico ecclesiastico bresciano e la Seconda guerra mondiale». Il 2 marzo, invece, la Croce Rossa di Brescia apporrà tre nuovi scudi blu protettivi sulle chiese di Sant'Angela Merici, Santa Maria dei Miracoli e San Francesco. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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