Cultura

Bregovic si diverte con i live, anche a Brescia

Il concerto ieri sera del musicista, accompagnato da fiati, percussioni e voci bulgare della fedele The Wedding & Funeral Band
IL MONDO SECONDO BREGOVIC
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«Sono nato a Sarajevo, quindi su una frontiera sulla quale si incontravano ortodossi, cattolici, ebrei e musulmani, da papà croato cattolico e mamma serba ortodossa. Ho una moglie musulmana, e io mi sento pure un poco gitano, forse perché mio padre, colonnello dell’esercito jugoslavo, riteneva inaccettabile che facessi il musicista, un mestiere da "zingaro"».

Sono parole di Goran Bregovic, presenza consolidata in provincia e alla Festa di Radio Onda d’Urto, in cui ha sempre attirato pubblico da grandi occasioni e dove è arrivato ieri sera, accompagnato da fiati, percussioni e voci bulgare della fedele The Wedding & Funeral Band.

Esempio vivente di melting pot, come musicista Bregovic ha esordito giovanissimo nei locali di Dubrovnik e nei night malfamati del Golfo di Napoli, è stato un divo rock ai tempi dei Bijelo Dugme (band jugoslava da milioni di dischi di cui era il leader), ma ha acquisito fama internazionale attraverso le colonne sonore per il cinema (di Kusturica, in particolare) a cavallo tra Anni ’80 e ’90. Al compositore bosniaco, classe 1950, si anche deve il (ri)lancio in grande stile della musica balcanica: magari non sarà sempre stato all’altezza della propria storia (come hanno insinuato, perfidamente irriverenti, Elio e le Storie Tese nel «Complesso del Primo Maggio»), ma la sua produzione è notevolissima.

 

  • Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
    Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
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  • Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
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  • Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
    Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
  • Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
    Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
  • Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
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  • Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
    Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
  • Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
    Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
  • Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -
    Goran Bregovic alla Festa di Radio Onda d’Urto -

 

Giramondo di residenza parigina, Bregovic oggi si diverte con i live: quello odierno si fonda, oltre che sugli immancabili classici del suo repertorio, su «Three Letters From Sarajevo», opera dalla lunga gestazione della quale ha pubblicato la prima parte, mentre la seconda è annunciata per il 2019. 

Goran, il suo ultimo lavoro è incentrato su diversità religiosa e coesistenza pacifica. Perché due parti, previste in tempi diversi? Sarajevo è un simbolo dei nostri tempi, nei quali possiamo essere buoni vicini un giorno e spararci addosso quello successivo. «Three Letters From Sarajevo» è concepito come un concerto per tre violini, con il prologo che inquadra la situazione, quindi la guerra e poi le tre lettere del titolo, che offrono prospettive diverse e sono simbolicamente interpretate da tre assoli di violino, suonati nelle differenti maniere dei cristiani, degli ebrei e dei musulmani. Ma ci sono anche molte altre cose, comunque in tema. Il primo disco contiene la parte più popolare, soprattutto le canzoni, affidate ad alcuni tra i miei artisti preferiti; la seconda parte, più imponente, è sinfonica.

Com’è cambiata l’Italia da quando suonava nelle nostre località di mare? Dall’altro lato dell’Adriatico abbiamo sempre visto le cose diversamente da voi italiani, che vi lamentate spesso (è il vostro carattere) di un Paese che io pensavo meraviglioso a diciotto anni, e che ritengo tale ancora oggi. Il cinema le ha dato fama planetaria. Ma non lo frequenta più... Dipende dalle occasioni, ma in generale penso che non sia il mio mestiere. Al cinema ci sono arrivato per caso e mi sono adattato; ma in alcune colonne sonore ho dovuto coltivare una vena fin troppo melodica per i miei gusti. Preferisco fare altro.

 

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