Cultura

Bianca Pitzorno: «Gli animali? Fratelli sinceri e intelligenti»

Parlando del suo ultimo libro, la scrittrice ricorda la sua infanzia tra bisce, rane, gatti e tartarughine: «Impariamo a rispettarli»
La scrittrice Bianca Pitzorno - Foto Daniela Zedda
La scrittrice Bianca Pitzorno - Foto Daniela Zedda
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«Mi è dispiaciuto tantissimo non essere presente a Brescia all’ultima edizione di Librixia, una manifestazione alla quale tenevo moltissimo e dove volevo presentare il mio ultimo libro, ma purtroppo in quei giorni ero all’ospedale con una brutta broncopolmonite».

La scrittrice sarda Bianca Pitzorno ricorda il mancato appuntamento con rammarico. Si era sentita male a Mantova durante il Festivaletteratura a cui partecipa da anni, sempre al centro d’un grande interesse da parte dei lettori per la popolarità di cui gode, conquistata con i suoi quasi cinquanta libri pubblicati tra saggi e romanzi per ragazzi, adolescenti e adulti. Pensava si trattasse di qualche giorno d’ospedale, invece i tempi si sono allungati e ora che sta molto meglio, ne parla come di un’avventura, imprevista e fastidiosa, un imprevisto di cui, dice «conta di rimediare presto». 

I mezzi non le mancano. Le sue storie sanno conquistare chiunque, e anche il suo ultimo libro «A chi smeraldi e a chi rane. Autobiografia dei miei (troppi) animali» (Bompiani, 264 pp., 18 euro) dedicato alle sue amicizie con gli animali di quando era bambina, è indicativo d’una sensibilità forte che ha saputo ritrovare negli animali una sensibilità che spesso manca agli umani. Bisce, rane, rospi, gatti e topi, asini e cavalli, l’oca Martina, formiche, falene, colombe e gabbiani, tartarughine, coccodrilli e tantissimi altri protagonisti della fauna, stanno gomito a gomito in questo libro piacevolissimo.

Bianca Pitzorno, quanto incide il suo essere di origine sarda, nel suo rapporto con gli animali?

Ha inciso particolarmente durante la mia infanzia perché in quei tempi i confini tra città e campagna, sull’isola, non erano molto rigidi e sebbene io sia nata e cresciuta a Sassari potevo concedermi, come tutti i sardi cittadini, frequentissime escursioni nella natura.

Qual è oggi il suo rapporto con gli animali? Materno, fraterno, solidale...?

Non avrei potuto concepire un mondo senza rapporti con gli animali: mi sono sempre sentita appartenere al loro stesso regno. Non ero un minerale né un vegetale. Ero anch’io un animale. Purtroppo ho impiegato molto tempo a capire di non essere un animale superiore e dunque di non poter disporre della libertà degli altri. Oggi il mio rapporto con loro è fraterno, non di proprietà ma di affetto e rispetto.

Questa sua sensibilità ha qualche segreto?

Se c’è un segreto, lo è anche per me. Ho sentito per anni una grandissima affinità per le tartarughe di terra e il germano reale Quaquarone che però non terrei più prigionieri. Soprattutto ora che vivo in un appartamento di città, sarei crudele a tenere imprigionato un animale. Gli unici che di tanto in tanto mi concedo di ospitare per brevi periodi sono i gatti. 

L’uomo cacciatore, allevatore o pescatore, compie un’opera irrinunciabile perché indispensabile, o l’umanità tutta potrebbe provvedere diversamente ai suoi bisogni alimentari?

Non sono vegetariana e tantomeno vegana. Ritengo che l’uomo, come molti altri animali, sia onnivoro e dunque anche carnivoro. Ma penso anche che non si debba esagerare e soprattutto che si debba avere rispetto anche per gli esseri di cui ci nutriamo. Non ucciderli per divertimento come nella caccia, non imprigionarli in allevamenti intensivi spietati e disumani. Lasciar condurre loro una vita il più possibile simile a quella che condurrebbero in natura anche se questo li renderebbe più rari e dunque più costosi. Mangiare carne solo lo stretto necessario. Credo che se ne avvantaggerebbe anche tutto l’ecosistema.

Con la loro intelligenza - quasi sempre sottovalutata dagli uomini - pensa che gli animali possano talvolta compatirci, oltre che amarci?

Gli animali domestici certamente. I cani e i gatti sentono se il loro padrone ha un dolore, un lutto, e gli stanno accanto in modo speciale, cercano di consolarlo. Non credo che ci compatiscano sentendosi superiori a noi. Sono troppo intelligenti per coltivare simili pensieri. 

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