Bagno di folla a Campo Marte per Gianni Morandi
Anche Campo Marte ai piedi di Morandi dopo uno show spumeggiante, come accade ogni volta che il Gianni nazionale fa tappa a Brescia.
Ad anticipare l’ingresso dell’artista bolognese, filmati di repertorio, che si collegavano senza soluzione di continuità alle note travolgenti di «L’allegria», ritmatissimo regalo di Jovanotti. Tremila gli spettatori, un pubblico multigenerazionale a prevalenza femminile («70 a 30 - azzarda il cantante - perché qualche marito è rimasto a casa!»), entusiasta per la performance dell’Eterno Ragazzo che, inizialmente in abito bianco, non si risparmiava, grintoso e generoso com’è stato in ogni fase della carriera, voce intatta nel timbro e nell’estensione. La linea era presto dettata: alcuni classici del suo repertorio (per tutti servirebbe un concerto di molte ore), inframmezzati da pezzi recenti che potrebbero aspirare al medesimo status.
Ecco che arriva «Se perdo anche te», storica cover di «Solitary Man» di Neil Diamond, più evocativa dell’originale; e subito dopo un pezzo raccolto, «È una vita che ti sogno». Ogni tanto Gianni legge un messaggio dai numerosi cartelli che campeggiano, mentre si lascia andare a ricordi bresciani d’antan, parlando di alberi di ciliegie e del «Ciambellone che ora è il PalaLeonessa», ma anche del giro pomeridiano per la città «dove ho scoperto il Castello, che non conoscevo». Ripreso fiato, attacca con «Occhi di ragazza», «Che meraviglia sei» e «In amore», prima di concedersi un letterale bagno di folla scendendo tra le prime file mentre interpreta «Bella signora».
Si materializza una canzone d’amore come non se ne pensano nemmeno più («Se non avessi più te»), poi il nostro fa (auto)ironia sul suo invidiabile stato di forma: «Come dice Fiorello... dall’Eterno Ragazzo all’Eterno Riposo è un attimo!». È il preludio a una intensa parentesi che omaggia l’amico Lucio Dalla: scorrono «Vita», «Futura» e «Caruso».
«Evviva!»
Prima che la commozione prenda il sopravvento, Gianni piazza la freschissima «Evviva!», che collega a «Un mondo d’amore» (tra le sue vette assolute) e a un medley che frulla insieme le buone vibrazioni di «Canzoni stonate», «Chimera», «La fisarmonica», «Non son degno di te», «Il mondo cambierà». Invece «C’era un ragazzo che come me...» la esegue per intero, e ci mancherebbe, come farà più tardi con «Fatti mandare dalla mamma», «Grazie perché», «In ginocchio da te», «Uno su mille».
Il nuovo («Apri tutte le porte») e l’antico (da «Andavo a cento all’ora» a «Belinda») viaggiano insieme fino ai bis, che poggiano su «Scende la pioggia», «Si può dare di più», «Banane e lampone», con una band in cui brilla anche l’ottima bassista bresciana Paola Zadra. Chiusura con la ripetizione di «Evviva!», inno alla gioia buono per ogni stagione della vita.
Go Gianni Go, forever.
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