Arte

Uomo, natura e spiritualità: a Concesio «Lapilli», in mostra le opere di Sara Munari

Sara Polotti
Parla la vincitrice del quarto Premio Paolo VI: la sua opere saranno esposte a partire dal 5 aprile
Una delle opere di Sara Munari che saranno in mostra © www.giornaledibrescia.it
Una delle opere di Sara Munari che saranno in mostra © www.giornaledibrescia.it
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Venticinque fotografie di una decina di vulcani europei. Quattordici grandi opere di due metri. Un video e un’installazione. Sara Munari – milanese di casa a Lecco conosciuta a Brescia anche per essere docente di fotografia all’Accademia SantaGiulia – ha vinto la 4ª edizione del Premio Paolo VI per l’arte contemporanea; esporrà le opere in una mostra personale, che si terrà dal 5 aprile al 15 giugno negli spazi della Collezione Paolo VI, via Marconi 15 a Concesio.

«Lapilli»

La mostra si intitola «Lapilli» e indaga il rapporto tra uomo, natura e spiritualità partendo dai vulcani, a cui si è avvicinata con la macchina fotografica negli ultimi tre anni e mezzo. La visione spirituale e la ricerca umana del divino sono infatti al centro delle intenzioni del Premio Paolo VI promosso dall’Associazione Arte e Spiritualità, che premia artisti e artiste che non producono necessariamente opere di carattere religioso, ma che rivolgono lo sguardo verso l’indagine interiore ed escatologica.

«La mostra affronta i vulcani – racconta Munari – per riflettere su leggende, miti e religioni attraverso cui l’uomo cerca di spiegare gli eventi catastrofici naturali per sopravvivere. Le eruzioni sono il simbolo di tutte le minacce imprevedibili. Esporrò fotografie reali di vulcani europei e di esplosioni – la realtà della ruvidezza e dell’imponenza – affiancandole a opere più formali, pittoriche ed esteticamente concepite, che contrastano la forza e la potenza dell’evento».

Il percorso dell’artista

La ricerca dell’artista negli ultimi anni si sta espandendo. La sua storia creativa parte dagli scatti, ma oggi è ben più ampia: «Mi sono avvicinata alla fotografia per sbaglio: volevo fare restauro a Venezia, ma avevano finito i posti. Sono finita a fare fotografia a Padova. Mi sono appassionata e terminati gli studi ho iniziato a fare da assistente a scuola e a partecipare a concorsi e premi. Oggi oltre a esporre lavori autoriali ho una piccola scuola di fotografia», spiega.

Anche la didattica è parte integrante del suo impegno. Munari è nota per la sua divulgazione fotografica, che svolge anche attraverso la pubblicazione di libri. «Libri di mie fotografie, ma anche libri di testo nei quali illustro la fotografia: manuali e saggi. Spiego come ci si avvicina al linguaggio fotografico, come si racconta una storia. Ho anche un blog che dal 2015 raccoglie autori, mostre…». La fotografia non è però per lei il traguardo, e il progetto con cui ha partecipato al concorso lo dimostra. «La verità è che guardando alla mia evoluzione ho scoperto che a interessarmi sono più media. Da sette anni li mescolo. Condivido il mio pensiero attraverso mezzi differenti».

Dopo il premio

A darle il coraggio di andare in questa direzione è anche la vittoria del premio. «Mi ha fatto scoprire la potenzialità dell’apertura di porte diverse – sorride –. Avevo paura, proprio perché mi sto spostando e sto affrontando un discorso che non è più solo fotografico. Uso video, pittura, fotografia, interventi pratici… Nel mio settore non è concesso – è molto statico e non permette di intervenire –, ma qui ho potuto farlo e sono anche stata premiata. Il progetto ha ricevuto il riconoscimento e mi ha aperto la strada per muovermi su più piani».

L’inaugurazione di «Sara Munari, Lapilli» sarà sabato 6 aprile alle 17.30 ed è aperta al pubblico con partecipazione gratuita. Resterà visibile negli orari di apertura del museo, dal martedì al venerdì 9-12 e 15-17, il sabato 14-19 (biglietto 2,50 euro).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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