Riscoprire le pitture murali a monocromo di Oscar Di Prata

Agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso, Oscar Di Prata, uno tra i protagonisti dell’arte e della cultura bresciana, ha realizzato una serie di pitture murali nella chiesa di San Barnaba a Brescia. In una vasta nicchia sul lato destro della navata, ha delineato una processione di fedeli guidata da san Lodovico Pavoni, metafora della chiesa in cammino, che doveva servire quale fondale scenico alla venerata icona della Madonna del Buon Consiglio. Inoltre, sulla parete che chiude la vasta cappella ha raffigurato a monocromo alcuni episodi evangelici: l’Annunciazione, l’Adorazione dei pastori, la Presentazione al Tempio, Gesù ritrovato tra i dottori, l’Ultima Cena e la Crocifissione. Di rilievo, sulle pareti della stessa chiesa la Via Crucis concepita come il susseguirsi di una serie di raffigurazioni che si succedono quasi compenetrandosi una con l’altra, sequenze come fotogrammi di momenti drammatici.
«Le pitture murali di Oscar Di Prata si denotano per una forza narrativa immediata e spontanea. Sono caratterizzate da un’impostazione elegante e raffinata dal tratto arioso, gestuale e dalle vivide cromie ed esprimono anche il profondo sentire del messaggio evangelico da parte dell’artista - afferma il professor Giovanni Quaresmini che martedì 6 febbraio, alle 15.30, illustrerà nella chiesa di San Barnaba le opere di Oscar Di Prata, su iniziativa del Gruppo Incontro della parrocchia di S. Barnaba e dall’Associazione Amici della Fondazione Civiltà bresciana, presieduta da Alberto Vaglia.
L'artista
Allievo di Gaetano Cresseri e Giuseppe Trainini, Di Prata (Brescia 1910-2006) è particolarmente noto per i suoi affreschi e mosaici. Negli anni immediatamente precedenti alla Seconda Guerra Mondiale espone a Brescia, Milano e Genova, ottenendo l’apprezzamento della critica. Durante la guerra, viene fatto prigioniero e recluso in India. Finito il conflitto mondiale, torna a Brescia, dove riprende l’attività artistica che risente delle esperienze umane appena vissute. In seguito viaggia in Francia e in Olanda, dove dipinge vari paesaggi che ritraggono Parigi ed Amsterdam.
A partire dagli anni Cinquanta Di Prata arriva a sfiorare l’astrattismo, seguendo l’esempio di Nicolas De Staël, e si fa più evidente la sua profonda religiosità. Verso la fine del secolo, la sua pittura torna ad ammorbidirsi nei temi e nelle cromie riallacciandosi quasi al passato.

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