Dopo il restauro l’«intercessione» di Andrea Celesti torna a Palazzolo

Da Venezia (dove nacque nel 1638) a Brescia, dove riparò per sfuggire – narra la leggenda – alle ire del doge che aveva ritratto con orecchie d’asino. E dalle rive del Garda, dove lasciò capolavori (le Storie dei Santi Pietro e Paolo a Toscolano, del 1688; la Pala della peste a Lonato, del 1693) alle sponde dell’Oglio. La carriera di Andrea Celesti illuminò la terra bresciana da un confine all’altro, come dimostra la pala che raffigura «La Vergine che intercede presso la Trinità per le anime del Purgatorio», realizzata per la chiesa di San Giovanni Evangelista a Mura di Palazzolo sull’Oglio, che dopo il recente restauro sarà in mostra, da sabato 4 ottobre fino al 23 novembre, all’auditorium San Fedele.
L’esposizione
Il recupero dell’imponente tela (4,5 metri d’altezza per 3,3 di larghezza) è stato finanziato da Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto Restituzioni, ed eseguito dallo Studio Casella di Brescia sotto la supervisione dello storico dell’arte Angelo Loda della Soprintendenza di Bergamo e Brescia.
Il suo ritorno a casa ha dato l’occasione per allestire l’esposizione, che affianca al dipinto un’opera inedita di analogo soggetto prestata dal Monastero della Visitazione di Soresina (Cremona) di Giovanni Carobbio, preparatoria per una tela che si trova ad Alzano Lombardo; e una serie di dipinti dello stesso Celesti, da collezioni private: una tela raffigurante «Sansone e Dalila», «Re David che espia i suoi peccati», «I Santi Antonio Abate e San Paolo Eremita», e una «Resurrezione di Cristo». All’inaugurazione, sabato alle 17 – alla presenza del parroco mons. Maurizio Funazzi, del sindaco Gianmarco Cossandi e del direttore di Area Retail Franciacorta di Intesa Sanpaolo Luigi Camozzi – interverranno il restauratore Alberto Casella e gli storici dell’arte Angelo Loda e Giuseppe Fusari.
L’opera
Il recupero ha evidenziato il fatto che l’opera, dipinta su un’unica pezzatura di tela (segno di committenza facoltosa), fu realizzata senza preparazione, e sulla superficie densa di materia pittorica l’artista intervenne con il manico del pennello sul colore fresco, forse per dare il senso di un movimento tridimensionale. Tridimensionalità che – commenta don Fusari, che su Celesti sta preparando una monografia – è affidata non al «cubo prospettico» o ad elementi geometrici e misurabili, ma «per via di differente temperatura cromatica, di resa luministica, di trasparenza della materia», portando a datare l’opera agli ultimi anni del secolo.
Di questo ed altro si parlerà negli incontri promossi dalla parrocchia di S. Maria Assunta (sempre alle 20.30 in auditorium): venerdì 10 ottobre Alberto Casella, il 17 don Giuseppe Fusari, il 24 don Giovanni Bonetti, il 31 padre Fabio Silvestri, l’8 novembre Giorgio Battistella, il 14 novembre Angelo Loda. Sabato 18 ottobre e sabato 15 novembre alle 15 sono in programma visite guidate sul territorio (al costo di 8 euro). La mostra sarà aperta, ad ingresso libero, il venerdì dalle 15 alle 17.30, sab. e dom. 10-12 e 15-17.30. Info e prenotazioni: WhatsApp 378-3092175.
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