Arte contemporanea, la giapponese Takahashi vince il Premio Paolo VI

L’artista giapponese Kanaco Takahashi ha vinto la quinta edizione del Premio Paolo VI per l’arte contemporanea. Il concorso, promosso dall’Associazione Arte e Spiritualità (ente gestore del museo Collezione Paolo VI – arte contemporanea di Concesio), premia le migliori proposte sul tema della spiritualità di artisti italiani o stranieri, con particolare attenzione ai talenti emergenti.
Grazie al risultato conseguito, Kanaco Takahashi è stata invitata a realizzare una mostra personale nell’autunno 2026. La quarantaduenne artista nipponica ha superato la concorrenza degli altri cinque finalisti Vanshika Agrawal, Alessandra Calò, Duo ES (Nicola Evangelisti e Silvia Serenari), Concetta Modica e Zhiyu Liu.
Spiritualità aperta
I sei concorrenti hanno dato forma – a parere della commissione esaminatrice – a una spiritualità ampia e aperta, che si nutre di domande, silenzi e visioni interiori. Il Comitato Scientifico del museo ha individuato la vincitrice analizzando sia le opere presentate per la mostra collettiva, sia i progetti per la futura mostra personale.
«Siamo stati, innanzitutto, molto soddisfatti della partecipazione al Premio Paolo VI per l’arte contemporanea, quest’anno di 110 candidature; inoltre, le opere selezionate per la mostra collettiva sono state di ottimo livello e i progetti di mostra personale presentati dai sei finalisti alla valutazione del Comitato Scientifico sono stati tutti molto interessanti, per cui scegliere un solo vincitore non è stato affatto semplice» spiega il direttore Giuliano Zanchi.
Continua Zanchi: «La scelta di Kanaco Takahashi nasce dalla qualità profonda e rigorosa della sua proposta artistica. Il suo è un linguaggio silenzioso, essenziale, ma capace di parlare a tutti. Con grande delicatezza e rispetto, l’artista affronta temi universali come la perdita e il ricordo, trasformandoli in un’esperienza visiva intima e condivisibile, che restituisce allo spettatore uno spazio di riflessione autentica e aperta».
La luce dall’oscurità
Il corpus di opere, Voci alla Finestra. Lo Spazio Liminale tra Memoria e Oblio (2022-2025), presentato dall’artista alla collettiva dei finalisti, rappresenta finestre che diventano metafora di un passaggio liminale, un confine simbolico tra l’interno e l’esterno, tra ciò che è nascosto nell’oscurità e ciò che emerge nella luce che ha qui un ruolo fondamentale. L’origine di questa ricerca nasce dal paesaggio visto dalla finestra da sua madre poco prima di morire. L’epilogo della madre è diventato il prologo della serie sulle finestre, trasformandosi in una riflessione poetica sulla soglia tra presenza e assenza.
Sensibilità e dedizione
«È per me un grande onore essere stata scelta come vincitrice» afferma Kanaco Takahashi. «Sono grata al direttore Giuliano Zanchi e alla giuria per la fiducia. Nel mio lavoro cerco luoghi di silenzio, di luce e di attesa, dove l’assenza può trasformarsi in una presenza viva, e condivido pienamente la sensibilità del premio verso il dialogo tra arte e dimensione spirituale. Guardando al lavoro che ci attende, desidero affrontare questo nuovo percorso con sensibilità e dedizione».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
