In Santa Giulia la più ampia antologica mai dedicata a Guido Crepax
Valentina, ma non solo. Dal 30 settembre al 15 febbraio 2026 il Museo di Santa Giulia ospita «Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003», la più vasta antologica mai realizzata sull'artista milanese, curata da Alberto Fiz e Ilaria Bignotti con la collaborazione di Camilla Remondina.
Un viaggio lungo cinquant'anni di carriera e 150 opere – molte mai esposte prima – tra tavole originali, bozzetti, copertine di dischi, storyboard, progetti pubblicitari, giochi da tavolo e documenti inediti come il carteggio con Federico Fellini e lo scambio epistolare con Louise Brooks.
L'allestimento
L'allestimento, firmato dallo Studio Top Tag, propone un percorso immersivo tra fumetto , musica, cinema, teatro, televisione e moda, restituendo la ricchezza di un autore capace di attraversare con il suo segno l'immaginario culturale italiano. Non solo Valentina, icona rivoluzionaria del fumetto, ma anche personaggi e storie che raccontano la psicologia femminile, il dialogo con la storia dell'arte e le contaminazioni con i grandi registi del Novecento, da Antonioni a Kubrick, da Visconti a Fellini.
Ampio spazio è dedicato al legame con la musica : Crepax illustrò oltre 300 copertine di dischi e collaborò a una singola televisione, mentre nel teatro firmò i costumi di Salomé e Lulu. Non mancano i celebri giochi da tavolo di ambientazione storica ei lavori per la pubblicità, dai Caroselli per Terital alla Palma d'Oro vinta per la campagna Shell.
Jacovitti
La mostra si affianca a «Mondi, viaggi, storie… e poi c'è Jacovitti!» , in programma negli stessi mesi a Santa Giulia, rafforzando il percorso che Fondazione Brescia Musei ha avviato sull'arte illustrativa, dopo le esposizioni dedicate a Mattotti, Lomasko e Bita.
«Ancora una volta Brescia si dimostra capace di attrarre e produrre cultura di altissimo livello», ha commentato la sindaca Laura Castelletti. Per la presidente Francesca Bazoli «questa mostra restituisce una lettura stratificata del nostro tempo », mentre il direttore Stefano Karadjov sottolinea «la scelta di trattare le tavole di Crepax come vere opere d'arte , in dialogo con design e linguaggi contemporanei».
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