Arte

Davide Dotti torna a «Geo» per raccontare i capolavori dell’arte

Dal 17 settembre il critico bresciano avrà un focus mensile su Rai3: sarà in diretta da Napoli, Roma, Firenze e a gennaio da Palazzo Martinengo
Davide Dotti con la troupe di Geo - © www.giornaledibrescia.it
Davide Dotti con la troupe di Geo - © www.giornaledibrescia.it
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Davide Dotti in questo periodo si sta sdoppiando. Da una parte il ruolo professionale, dall’altro la nuova vita da padre. «Sto vivendo grandi emozioni», sorride. Si sta riferendo alla sua bambina, ma anche alla stagione lavorativa che lo aspetta. Dopo l’esperienza dello scorso anno tornerà in televisione: Sveva Sagramola l’ha infatti voluto nuovamente per Geo su Rai3. «Non faccio il papà a tempo pieno perché non posso, ma ho sforbiciato tutto ciò che posso delegare. Voglio stare con la bambina, capolavoro della mia vita, ma parlare dei capolavori artistici a due milioni di persone sarà un’altra gioia fortissima: potere divulgare in modo poco professorale e parlando a tutte le fasce d’età è un po’ il mio credo e il mio marchio di fabbrica».

L’anno passato si è chiuso positivamente, per lo storico dell’arte bresciano. «Quando mi chiesero di intervenire a Geo accettai perché Geo è l’ultimo dei Mohicani della tv italiana, con una storia quarantennale e un profilo che si mantiene sempre alto, prima con Licia Colò e poi con Sagramola. E poi perché sono io a scegliere dove andare. L’anno scorso sono partito da Pisogne con il Romanino e sono andato a Bergamo, all’Oratorio Suardi di Trescore. E poi a Venezia, di nuovo a Brescia a Palazzo Martinengo - per una simpatica diretta in cui ho mostrato il dietro le quinte di una mostra - e quindi a Bologna, nelle Marche e in Sicilia».

Lo storico dell'arte Davide Dotti - © www.giornaledibrescia.it
Lo storico dell'arte Davide Dotti - © www.giornaledibrescia.it

Le tappe

Questo, come lo chiama lui, è stato il «primo Geo grand tour». Ora comincia il secondo: per la prima tappa sarà in onda - sempre in diretta - martedì 17 settembre alle 16.45. «Sarò a Napoli, al Pio Monte di Misericordia, a parlare del capolavoro di Caravaggio, le sette Opere sulla Misericordia, sette gesti cristiani ambientati non in uno spazio astratto e metafisico, ma in un vicolo napoletano, a lume di candela con la Madonna accompagnata da un angelo». Il 14 ottobre tornerà alla Galleria Borghese, dove curò una mostra proprio su Caravaggio. «Non parlerò di lui ma di un altro genio barocco, Bernini. Ma la vera sorpresa è stata l’autorizzazione da parte delle Gallerie dell’Accademia di Firenze per una diretta sul David di Michelangelo. È rarissimo che concedano riprese che non siano per documentari. Sarò lì l’11 novembre. Mi elettrizza e mi emoziona. Mai nella vita avrei pensato di raccontare a milioni di italiani il capolavoro del Rinascimento italiano. Anche perché è un pubblico interessato, profilato, curioso. Sto studiando la scena: anche il regista sta già fantasticando. La diretta necessita di sangue freddo e mente distesa. O la va, o la va. La puntata di dicembre è invece in costruzione. Stiamo pensando al Cenacolo vinciano o al Piemonte, per toccare tutte le regioni».

Palazzo Martinengo

Altra certezza è a gennaio: Dotti sarà con la troupe a Palazzo Martinengo per parlare della prossima mostra, che ancora non è stata annunciata. «Posso solo anticipare che in dieci anni a Palazzo sono passate 520mila persone, dal ‘Cibo nell’Arte’ del 2015 all’ultima, ‘I Macchiaioli’ (che ha registrato 70mila persone). È andata benissimo: annuso che alle persone piacciono Otto e Novecento. Quindi la prossima sarà un gradino oltre i Macchiaioli e incredibilmente bella. Abbiamo avuto prestiti pazzeschi (sono le opere che fanno la mostra: non il titolo)».

E poi via con le puntate primaverili. «Mi avevano chiesto di raddoppiare gli spazi, ma facendo i calcoli non riesco. Per un quarto d’ora di diretta c’è un lavoro straordinario, possiamo quantificarlo in giorni di preparazione. Mi concentro quindi anche sui miei altri progetti, come la mostra e il catalogo di una delle più prestigiose collezioni italiane di dipinti antichi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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