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Al Macof c’è una mostra sull’unico concerto dei Beatles in Italia

Il live dei Fab Four del 24 giugno 1965 al Vigorelli di Milano viene rievocato in «Yesterday» da 80 immagini e materiale d’epoca: l’esposizione a Brescia
I Beatles davanti al duomo di Milano - Foto Maria Vittoria Backhaus
I Beatles davanti al duomo di Milano - Foto Maria Vittoria Backhaus
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«Yesterday», ovvero la fotografia della nostalgia. D’uno ieri che racconta gli ormai classici mitici Anni 60 qui simboleggiati dai Beatles che 60 anni fa furono in concerto per la prima e ultima volta in Italia. Fra memoria e iconografia è un «come eravamo» la mostra «Yesterday» al Macof-Centro della fotografia italiana (Brescia, via Moretto 78) da sabato 11 gennaio (inaugurazione alle 18) al 22 marzo; che potrà piacere a chi all’epoca ancora non c’era, ma certamente emozionerà chi quella stagione l’ha vissuta.

Uno yesterday peraltro doppiamente intendibile: sia perché dell’allestimento curato da Renato Corsini lo spunto tematico sono i Quattro di Liverpool che cambiarono la Storia della musica; sia perché una decina di giorni prima di suonare al velodromo Vigorelli di Milano avevano inciso, con tanto di quartetto d’archi suggerito dal produttore George Martin, proprio «Yesterday» (farina del sacco melodico maccartiano e dedicata alla madre scomparsa quando lui aveva 14 anni), cioè una delle loro canzoni poi divenute più iconiche nonostante all’inizio abbia rischiato d’intitolarsi «Scrambled eggs», uova strapazzate.

Incroci

Ci sono tanti incroci, dunque, nel bagaglio di 80 stampe in biancoenero più altri materiali d’epoca, che rimandano a quell’estate del 1965 che il 24 giugno vide i Fab Four suonare sul palco milanese. Ne dà conto la quantità di foto che immortalarono l’appuntamento d’esordio di quello che sarebbe rimasto l’unico tour italiano, organizzato da Leo Wächter, con successive tappe il 26 a Genova e il 27 e 28 a Roma: scatti provenienti dagli archivi di note agenzie di allora quali la milanese Farabola fondata da Tullio Farabola nel 1945 e la romana Dufoto aperta nel 1956 dal milanese Aldo Durazzi; e d’autore come nei portfolio di Maria Vittoria Backhaus, Gino Begotti, Giorgio Lotti e Carlo Orsi. Ai quali fanno da complemento altri scatti sugli Anni 60 di autori vari.

Gli scatti

La occasionale milanesità beatlesiana è evidente nella locandina della mostra, frutto d’uno scatto della Backhaus: George Harrison, Paul McCartney, Ringo Starr e John Lennon in medio piano allineati a scalare, con le guglie del Duomo alle spalle.

Il manifesto del concerto al velodromo
Il manifesto del concerto al velodromo

Poi ovviamente tanti scatti di quella duplice performance live aperta da «Twist and Shout» e altri 11 brani cantati davanti a 7 mila spettatori al pomeriggio e 19mila la sera. Il repertorio espositivo cadenza quella giornata: ecco la locandina originale in cui sotto ai 4 «capelloni» (come si diceva allora) spicca il nome di Peppino di Capri, italica guest-star che col bresciano Fausto Leali & i Novelty, e Maurizio & i New Dada fece loro da contorno musicale. Ecco vari scatti dei Beatles mentre suonano, a cominciare da uno in cui c’è Lennon col beatlesiano cappellino in panno blu con visiera che diventò di moda. E poi varie istantanee che ritraggono il pubblico, con immancabili (all’epoca) ragazze che urlanti delirano per i loro miti.

Viaggio nel tempo

John Lennon con il cappellino che fece tendenza - Foto Giorgio Lotti
John Lennon con il cappellino che fece tendenza - Foto Giorgio Lotti

Ma il viaggio a ritroso nel tempo di «Yesterday» si fa più ampio e contestualizzato storicamente con immagini e materiali d’altro: dalla traduzione dei testi delle hit beatlesiane alle frasi che personaggi famosi pronunciarono circa il fenomeno-Beatles. Ecco una copia della rivista di fotoromanzi Sogno con l’articolo «È tempo di Beatles» dell’allora non ancora regista Dario Argento; ecco il 1° numero di «Linus» dell’aprile ’65. E Patty Pravo stella del Piper di Roma, e le londinesi in minigonna di Mary Quant. E ancora: cortei di protesta contro la guerra in Vietnam e il celebre scatto «Napalm Girl» di Nick Ut, con ragazzina vietnamita in fuga ustionata dal napalm.

Né mancano, a dar sapore d’epoca, Boncompagni e Arbore animatori di «Bandiera Gialla» e un Andy Warhol che legge un quotidiano coi Fab Four in pagina. C’è pure un giovane Fausto Leali con riccioli e chitarra: presenza meritatissima, non solo per le esibizioni nel tour beatlesiano, ma anche per essere stato il primo a incidere la cover di «Please please me» (incipit: «tu vuoi che parli un po’ l’inglese...»).

Benvenuti a «Yesterday», fotografico ritorno al futuro d’uno ieri in cui ci si apriva al domani anziché guardare al passato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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