Cino Zucchi: «Addio affreschi, ecco l’architettura delle chiese moderne»

A partire dal Concilio Vaticano II, agli architetti sono giunti nuovi spunti per il disegno di spazi destinati alla condivisione di una esperienza mistica e per la pratica della liturgia. Superati i classici schemi basati su elementi decorativi sfarzosi o barocchi, la suggestione visiva è stata trasposta in termini di contrapposizione aperto/chiuso, vuoto/pieno, luce/oscurità. È nata così l’architettura sacra contemporanea, tema al centro del ciclo di incontri ospitato da domani alla Collezione Paolo VI per l’Arte contemporanea.
Architetto Cino Zucchi, cosa si intende con l’espressione «architettura sacra contemporanea»?
Dagli anni ’20 del secolo scorso, il «funzionalismo» nasce in aperta opposizione agli stili storici e alla decorazione. Questo assunto vedeva la nudità delle strutture e dei muri come un «grado zero» capace di rifondare un’architettura che rispondesse ai bisogni e alle tecnologie di una nuova società. Ma la «funzione» di una chiesa è più complessa di quella di una fabbrica: essa deve accogliere la congregazione dei fedeli, ma pure rappresentare una dimensione trascendente. Una serie di architetture anche di grande valore – pensiamo alla cappella di Ronchamp di Le Corbusier – hanno cercato di rispondere alla domanda se si possa rappresentare la religione in forma astratta. La stessa omelia di Paolo VI è la ricerca di un nuovo dialogo con artisti e architetti fuori dai canoni della tradizione.
Quindi, qual è stata l’evoluzione successiva?
Esiste già una differenza storica tra l’asciuttezza delle chiese protestanti e il trionfo «barocco» delle chiese cattoliche dopo la Controriforma. Architetti italiani del secondo dopoguerra come Luigi Caccia Dominioni, Ignazio Gardella, Figini e Pollini, Lodovico Magistretti – molti dei quali operanti in Lombardia – hanno saputo creare chiese che non hanno più un apparato decorativo tradizionale, ma che riescono comunque a trasmettere quel particolare stato d’animo che un edificio sacro dovrebbe generare in noi. Se la sensibilità moderna e contemporanea ha abbandonato il repertorio di candelabri, colonne classiche, altari barocchi, statuaria, stucchi e ori, essa tende a ricreare con spazio e luce, e talvolta con la struttura del tetto, l’atmosfera data una volta da affreschi e decorazioni.
E riesce in questo intento?
Non sempre. Il moderno ha spesso prodotto quelle che Gio Ponti chiamava le «chiese pinocchio», che puntano diritte verso il cielo come razzi, esibizioni strutturali che vogliono evidenziare in maniera talvolta sguaiata la loro diversità. A Bari c’è una chiesa ribattezzata dai fedeli «Ufo robot»: sono casi in cui l’espressione architettonica diventa soggettiva, senza legami con una cultura condivisa. Credo che il rapporto forma-significato nello spazio sacro e nei contenuti religiosi debba essere invece generato da un continuo adattamento, una dialettica mai completamente chiusa, che comporta anche una dimensione collettiva e uno scambio costante fra architetti, artisti, liturgisti e fedeli.
Lei stesso ha condotto un progetto sulla chiesa di Sesto San Giovanni...
La chiesa da noi progettata sostituisce un edificio precedente costruito negli anni ’60 dai cosiddetti preti-operai, che aveva le forme di un capannone industriale nel contesto di un quartiere popolare. Abbiamo cercato di mantenere la semplicità della vecchia chiesa, accompagnandola con un forte senso di accoglienza. Per la facciata, ho sentito il bisogno di una decorazione astratta che alterna pietra bianca e grigia, zinco ossidato e vetro. L’aula è un rettangolo illuminato da finestre zenitali che creano una luce mistica, e con due grandi vele sospese. Ho in fondo mischiato l’austerità romanica con la ricchezza spaziale delle chiese barocche. E, in una periferia senza forma, ho cercato di ricreare il senso di abbraccio dei sagrati storici, che invitano la comunità a celebrare insieme un rito amato.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
