Arbore: «Le nostre canzoni... quelle belle»

Legato a Brescia da un cordone ombelicale fatto di amicizie private e bei ricordi, voglioso di portare nella «città della bellissima piazza Loggia» il suo entusiasmo, la sua esperienza, la sua verve. È Renzo Arbore, atteso stasera in concerto al Palabrescia, in via San Zeno, alle 21. Sono ancora disponibili biglietti per tutti gli ordini di posto (poltronissima 70 , poltrona numerata 50 , gradinata numerata 35 , info: Cipiesse tel. 030.2791881, www.cipiesse-bs.it ; prevendite sui circuiti Greenticket e TicketOne).
Con Arbore l'Orchestra Italiana, ensemble formato da 15 solisti, fondato dal musicista, regista, attore e showman nel 1991. Diciannove anni fa la missione era una: rilanciare la musica napoletana nel mondo, attraverso una riproposizione innovativa attuata grazie alla contaminazione con vari altri generi, su tutti jazz, swing e blues. Genere che necessitava d'internazionalità, che Arbore ha portato a piene mani, dato che - con l'Orchestra - suona da 19 anni non solo in Italia, ma in giro per tutto il mondo (America, Canada, Cina...).
Accanto all'incessante promozione dal vivo, il musicista ed i suoi quindici hanno inciso ben 7 album. Si tratta di «Napoli. Punto e a capo» (1992), «Napoli due punti. E a capo» (1993), «Napoli: punto esclamativo! Internescional uei!» (1995), «Pecchè nun ce ne jammo in America?» (1996), «Sud (s)» (1998), «Renzo Arbore l'Orchestra Italiana at Carnegie Hall New York» (2006), «Diciottanni di... Canzoni Napoletane (... quelle belle)» (2008).
Quali sono queste «belle canzoni» che, con buona probabilità, sentiremo stasera? In scaletta non dovrebbero mancare brani come «Malafemmena», «'O Sarracino», «Te voglio bene assaje», «Come facette mammeta», «Maruzzella», «Chella llà», «Reginella», «Torna a Surriento».
Arbore, comunque, lascia intendere che lo show non seguirà esclusivamente la traccia di una pura «linearità partenopea». «Non mancherà lo spazio - afferma Renzo - per canzoni italiane, brani provenienti dal repertorio televisivo, canzoni della nostra memoria ed un pizzico di jazz». Il tutto con rispetto per il pubblico, che resta al centro dello show.
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