Cultura

Al Grande un celebre «Alleluia» per gli auguri di Natale

Il maestro Antonio Greco martedì a Brescia dirigerà il Coro e Orchestra Cremona Antiqua
Coro e orchestra: Cremona Antiqua, in arrivo al Grande per chiudere la Stagione 2022 - © www.giornaledibrescia.it
Coro e orchestra: Cremona Antiqua, in arrivo al Grande per chiudere la Stagione 2022 - © www.giornaledibrescia.it
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Un celebre «Alleluia» per gli auguri di Natale. Domani, martedì, con inizio alle 20 precise, è in programma al Teatro Grande l’esecuzione del «Messiah» di Händel, oratorio in tre parti su libretto di Charles Jennens basato su citazioni bibliche, con il Coro e Orchestra Cremona Antiqua diretti dal maestro Antonio Greco; cantanti solisti Silvia Frigato, Krystian Adam e Alessandro Ravasio.

Direttore: il maestro Antonio Greco - © www.giornaledibrescia.it
Direttore: il maestro Antonio Greco - © www.giornaledibrescia.it

Con questo festoso appuntamento si conclude la stagione 2022 della Fondazione Teatro Grande. Gli ultimi biglietti disponibili sono in vendita in Biglietteria (domani dalle 13.30) e online sui siti teatrogrande.itvivaticket.com, a prezzi compresi tra 20 e 30 euro (significative riduzioni per studenti, per under 30 e over 65).

«La mia prima esperienza con il "Messiah" di Händel - ricorda il maestro Greco - fu da corista: ero uno studente di liceo e ne cantai alcune parti in lingua tedesca, probabilmente perché il direttore aveva maggior familiarità con questa lingua rispetto all’inglese del libretto originario. Ho invece iniziato a studiarne l’intera partitura intorno ai vent’anni, dopo essermi interessato ad altri lavori fondamentali come le Passioni di Bach e il Vespro di Monteverdi. Poi ne ho curato molte esecuzioni, dapprima come maestro del coro e, più recentemente, come direttore dell’intera produzione».

Affronterà il «Messiah» in versione integrale? Certamente, come sempre, a meno che non mi vengano fatte richieste particolari dagli organizzatori. Non teme una sorta di «anticlimax» nella terza parte, dopo l’intonazione del celeberrimo «Hallelujah»? È vero che questa pagina, con cui si conclude la seconda parte dell’oratorio, dal punto di vista musicale è fastosa e travolgente. Ma forse non tutti ricordano che il testo, con i suoi accenni al futuro regno di Cristo, si basa su passi dell’Apocalisse. Il libretto ha dunque un necessario seguito nella terza parte, in cui l’arte di Händel tocca vertici non meno alti.

Con quale organico dirigerà il «Messiah»? Per quanto riguarda gli strumenti, seguirò la versione tradizionale con archi (quindici strumentisti), trombe, timpani, oboi e basso continuo. Quanto al coro, avremo sezioni a sei voci. Ha diretto anche altri oratori händeliani? Purtroppo non ancora: in Italia, con l’eccezione del «Messiah», questo è un repertorio difficile da proporre. Ma ho avuto modo di conoscere vari oratori grazie a John Eliot Gardiner. Da ragazzo Gardiner è stato il mio idolo e per me è stato bellissimo collaborare con lui ai progetti monteverdiani del 2017 durante una lunghissima tournée. Lei dallo scorso anno è direttore musicale del Festival Monteverdi di Cremona: pensa che in futuro potremo vedere alcune produzioni monteverdiane anche a Brescia? È possibile: già quest’anno, per il concerto di Natale, si pensava al Vespro, ma poiché a Milano nello stesso tempo ci hanno chiesto il «Messiah», abbiamo scelto Händel.

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