Cultura

4/qUARTI, successo inarrestabile per 101 band

Fino a notte inoltrata si sono alternati sul palco oltre cento «numeri» musicali tra solisti e band.
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La Woodstock bresciana alla sua quinta edizione batte i record e sale a quota 101. Sulla scena della Latteria Molloy, sabato dal primo pomeriggio fino a notte inoltrata, si sono alternati 101 «numeri», tra gruppi e solisti della scena musicale indipendente bresciana. 

È andato tutto secondo copione, e non era così scontato, per una no-stop che ha ravvivato di luci, colori e tanti suoni diversi la giornata uggiosa, presentata dal direttore artistico della Latteria, Alberto Belgesto, che chiama i protagonisti sul palco «idoli», «fratelli», «amici», senza maliziosa ironia e fa quasi tenerezza.

Ci pensano allora i The Crowsroad che hanno vinto l’edizione «Deskomusic 2013», ad aprire le «ostilità». A seguire, senza sosta, arrivano altri cantanti e gruppi, tutti sull’attenti per non causare ritardi a catena.

In fondo questa è l’occasione per rivedere vecchi amici e ascoltare brani del nuovo che avanza. Sì, perchè a Brescia sono nate altre band interessanti che consolidano una scena artistica già collaudata ed apprezzata.

Dal palco calano note di «eterogeneri» musicali: dal cantautorato dialettale di Daniele «Goz» Gozzetti, alla canzone d’autore di Tablo, protagonista anche all’incontro culturale «Musica da bere», con Cristiano Godano dei Marlene Kuntz.

Alessandro Sipolo rilancia sulla musica d’autore e lo seguono Giovanni Peli e Paolo Cattaneo, cantautore che è riuscito a rinnovarsi e a migliorare. Ci sono quelli della vecchia guardia, come Manuele Zamboni e Marco Franzoni. Due canzoni dalla band Sique&Petrol, e pure i Moscow Raid scaldano l’ambiente con il loro rock. Il Re Tarantola, arrivato secondo alla recente finalissima del prestigioso concorso nazionale «Genova per noi», ricevono applausi dalla platea. E rumorosi consensi ottengono le atmosfere strumentali create dal gruppo Teich.

Dellino Farmer, altra bella sorpresa, con il rapper Il Resho, seminano ritmo e raccolgono applausi. C’è spazio per The Churchill Outfit, Speedliner, Kaufman, i giovanissimi Tutti Frutti+1, ancora vecchie conoscenze come i Cek Deluxe e i Gurubanana.

Uno dei cantautori più amati, Jet Set Roger, regala leggera ironia, poi ecco i Barabonzibonzibo, Garrapateros, i bravissimi Cinemavolta. Jules not Jude, il più conosciuto Riccardo Maffoni, seguito da Le case del futuro.

Finale in crescendo con Isaia e la sua orchestra, Thoc!, Il Sindaco (Fabio Dondelli), la raffinata Angela Kinczly, Seddy Mellory, Gianmarco Martelloni, i 4 Axid Butchers in versione acustica, il mitico Edipo. I fratelli Giuradei, preceduti dai Marydolls, chiudono la grande festa, perfettamente gestita dal direttore di palco Diego «Gu» Spagnoli.

Oltre alle percussioni irresistibili degli Appel, c’è spazio per la jam session finale dove tutti suonano con tutti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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