Cultura

Tutte le volte che Brescia è diventata un set cinematografico

Bianca Terzoni, Lisa Foresta
Numerose pellicole italiane e straniere hanno scelto Brescia e dintorni come luoghi di riprese. Qui l'elenco completo
A Brescia sono stati ambientati diversi set cinematografici - © www.giornaledibrescia.it
A Brescia sono stati ambientati diversi set cinematografici - © www.giornaledibrescia.it
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Con il secondo giorno di riprese in piazza Vittoria per il film «Ferrari», che racconta la vita del famoso pilota e imprenditore Enzo Ferrari, si è chiusa la «parentesi set cinematrografico» che ha riportato Brescia nel passato. Sullo sfondo di una ricreata Mille Miglia degli anni Cinquanta, comparse, attori e staff hanno attratto moltissimi curiosi in centro città.

E non è la prima volta che la città o la provincia si trasformano in set cinematografici: proprio dagli anni Cinquanta ai giorni nostri, Brescia è stata l’oggetto del desiderio di diversi registi, italiani e stranieri. E in più di un'occasione, è stata proprio la Mille Miglia, la «corsa più bella del mondo», a fare da sfondo alle storie da grande schermo, quando addirittura non ne è stata la protagonista.

Qui un elenco di tutti i film che sono stati ambientati nella nostra città o nella provincia bresciana: 

Brescia 

2014: «Rosso Mille Miglia», regista Claudio Uberti 

  • Rosso Mille Miglia
    Rosso Mille Miglia
  • Rosso Mille Miglia
    Rosso Mille Miglia
  • Rosso Mille Miglia
    Rosso Mille Miglia

Un film che si divide tra passione e competizione con un filo conduttore: la «Corsa più bella del Mondo», secondo Enzo Ferrari. Ambientato durante la gara del 2014, «Rosso Mille Miglia» racconta il tracciato Brescia-Roma e ritorno, in cui la corsa non  viene raccontata solo nella sua storicità, ma in cui rappresenta anche una metafora, intesa come tappe di vita, esperienze vissute. Un film bresciano a 360°: dal regista clarense Claudio Uberti fino ai set che dalla Franciacorta arrivano fino in città.

2011: «Sentirsidire - quello che i genitori non vorrebbero mai», regista Giuseppe Lazzari 

  • Sentirsidire
    Sentirsidire
  • Sentirsidire
    Sentirsidire

«Sentirsidire» è un film che mette in luce il rapporto tra giovani e adulti. E lo fa raccontando le storie di due giovani, provenienti da famiglie diverse con due stili di vita opposti. Tanti i temi trattati: dall’autodistruzione giovanile fino alla pedofilia e alla prostituzione maschile. Un film che ci porta a guardare dall'alto Brescia Due, con scene girate nel Parco Ducos e in piazzetta Vescovado.

2005: «Quando sei nato non puoi più nasconderti», regista Marco Tullio Giordana 

Una scena del film con protagonista Matteo Gadola - © www.giornaledibrescia.it
Una scena del film con protagonista Matteo Gadola - © www.giornaledibrescia.it

Il film tratta del problema dell’immigrazione clandestina, e il titolo è tratto da un detto 
africano che il protagonista Sandro (Matteo Gadola) sente da un migrante della sua città. La vicenda parte dalla vicenda di Sandro: figlio di una famiglia bresciana benestante, durante una crociera cade in mare e viene recuperato da un barcone di immigrati clandestini. Da qui corre il rischio di essere preso come riscatto in quanto ricco italiano. Dovrà affrontare con le sue forze una realtà a lui sconosciuta, tornando a casa con nuove consapevolezze. Il film è ambientato tra Garda e Brescia - una scena è girata a Piazza Vittoria e i genitori di Sandro sono due imprenditori di Brescia. 

1974: «La polizia chiede aiuto», regista Massimo Dallamano 

  • La polizia chiede aiuto
    La polizia chiede aiuto
  • La polizia chiede aiuto
    La polizia chiede aiuto

Il film di Massimo Dallamano è considerato uno dei tentativi più riusciti di mischiare giallo e genere poliziesco. In un piccolo paesino della provincia di Brescia - le indicazioni geografiche sono minime - viene ritrovato il cadavere di una quindicenne nel soffitto di una casa. Attraverso le indagini svolte dal Sostituto Procuratore Vittoria Stori (Giovanna Ralli) si scoprirà che il caso è collegato con un’organizzazione di giovani squillo. La pellicola si rivela un film piuttosto violento, ma la colonna sonora è da segnalare, con il tema poliziesco ripreso da «La polizia sta a guardare». È a Brescia la questura, dove lavora il commissario di polizia, come pure la scuola dove studiano le ragazzine adescate, e una scena è ambientata a Piazza Vittoria. Dal ritmo serrato della narrazione si intravede lo sguardo cinico e curioso della provincia e dei suoi misteri. 

1973: «La polizia sta a guardare», regista Roberto Infascelli 

  • La polizia sta a guardare
    La polizia sta a guardare
  • La polizia sta a guardare
    La polizia sta a guardare

Il funzionario di polizia Cardone, poliziotto deciso e senza scrupoli, (Enrico Maria Salerno) è chiamato a sostituire il questore, che non riesce a contrastare la criminalità con i metodi consentiti dalla legge. In realtà il predecessore di Cardone fa parte della malavita locale, e il nuovo funzionario non esiterà a combatterlo con ogni mezzo. Il film è girato per gli esterni a Brescia, dalle vie del centro - corso Zanardelli e Palazzo Broletto - alla tangenziale sud dove è girato l’inseguimento finale. 

1964: «Il magnifico cornuto», regista Antonio Pietrangeli  

  • Il magnifico cornuto
    Il magnifico cornuto
  • Il magnifico cornuto
    Il magnifico cornuto

Il film, storia di tradimenti veri e presunti, doveva essere originariamente girato a Cremona. Nell’ambito di una Brescia opulenta e in pieno boom economico, la pellicola ha per protagonista un marito (Tognazzi), il quale ha una moglie sensuale e bellissima (Cardinale). Egli è talmente convinto che la moglie lo tradisca che alla fine gli rivelerà il nome di un amante falso, per poi prenderne uno vero. Già dal primo minuto della pellicola Tognazzi compare sullo sfondo della Rotonda, il Duomo e il Broletto. Brescia è fotografata nel suo splendore degli anni Sessanta, una Brescia che non c’è più ma che viene immortalata per sempre. 

Provincia

2020: «Chiamami col tuo nome», regista Luca Guadagnino 

  • Chiamami col tuo nome
    Chiamami col tuo nome
  • Chiamami col tuo nome
    Chiamami col tuo nome

Un film di Luca Guadagnino è l’adattamento dell’omonimo romanzo di André Aciman. Ambientato nella calda estate del 1983, «Chiamami col tuo nome» è una storia d’amore, raccontata da più punti di vista, che tratta il primo amore, la sessualità e il rapporto padre figlio. Molte scene del film sono state girate a Sirmione sul Lago di Garda, in cui si possono intravedere anche le note Grotte di Catullo.

A Sirmione sono state girate anche alcune scene di «Due un po’ così» (2016), del regista Daniele Chiariello, e  «La partita» (1988), del regista Carlo Vanzina, al Castello di Sirmione. 

Sempre nel Bresciano ma in Franciacorta è stato girato nel 2016 «My father Jack», del regista Tonino Zangardi, e nel 2015 «F for Franciacorta», del regista Massimo Zanichelli, e nel 2002 «Francesca e Nunziata» della regista Lina Wertmüller. 

2017: «Nome di donna», regista Marco Tullio Giordana 

  • Nome di donna
    Nome di donna
  • Nome di donna
    Nome di donna

Un film del 2018, che esce nei cinema nel giorno della festa della donna, per affrontare il tema delle molestie sessuali sul luogo di lavoro. «Nome di donna» racconta la storia di Nina (Cristiana Capotondi) una giovane madre single che trova lavoro in una clinica per anziani, dove conoscerà molte donne con cui avrà modo di relazionarsi. Ma non è tutto oro quel che luccica: tra molestie e abusi di potere, un film che tratta della forza delle donne, della battaglia per i diritti e per la dignità. Tra i set bresciani c'è Villa Mazzucchelli a Ciliverghe di Mazzano, che nel film è la dimora per gli anziani.

2009: «The International», regista Tom Tykwer 

Una scena del film «The International» - © www.giornaledibrescia.it
Una scena del film «The International» - © www.giornaledibrescia.it

Tra giochi di potere e traffici illegali, un thriller politico del tedesco Tom Tykwer che racconta di un agente dell’interpol che con l’aiuto di un’assistente procuratore distrettuale di New York indaga sui signori del terrore di una banca del Lussemburgo coinvolta in un losco traffico d'armi. Un racconto che parte da Berlino e Milano, fino a New York e Istanbul, in cui si possono ammirare anche scorci bresciani, dove i panoramici tornanti della Strada della Forra, sul lago di Garda, si trasformano nel teatro di un inseguimento automobilistico.

2008: «Quantum of Solace», regista Marc Forster 

Una scena dal film «007: Quantum of Solace» - © www.giornaledibrescia.it
Una scena dal film «007: Quantum of Solace» - © www.giornaledibrescia.it

Sequel di «007: Casino Royale», Daniel Craig veste per la seconda volta i panni di James Bond. L’inseguimento iniziale è ambientato lungo il lago di Garda, precisamente lungo Via Gardesana, attraverso Navene e Tempesta, prima di dirigersi ad ovest in tutto il nord del lago a Riva del Garda. Lo stesso inseguimento prosegue poi lungo la sponda occidentale verso Salò

  • Quantum of Solace
    Quantum of Solace
  • Quantum of Solace
    Quantum of Solace

Complicate le riprese, come in ogni film di azione. In una scena che prevedeva lo scontro tra un’auto e un camion a Tremosine (Brescia), due stuntman sono rimasti feriti. Sfortunato anche il destino per la leggendaria Aston Martin DBS di James Bond: la vettura era uscita di strada precipitando nel Lago di Garda, mentre veniva portata sul set di da uno stuntman, subito ripescato insieme alla vettura dai vigili del fuoco e ricoverato in ospedale. Si temeva che l'incidente potesse comportare lo stop delle riprese. Limone sul Garda aveva dedicato per un anno un museo a James Bond e alle sue varie incarnazioni, apponendo anche targhe nei luoghi in cui il film è stato girato. 

Il lago di Garda ha fatto da ambientazione a «Salò o le 120 giornate di Sodoma» (1975), del regista Pier Paolo Pasolini. 

In Valcamonica si parte nel 1958 con «Il tempo si è fermato» del regista Ermanno Olmi, poi nel 2009 con «Camuni», del regista Bruno Bozzetto. Altre location che si sono trasformate in set cinematografici sono Bompensiero di Villachiara e Padernello, con il film «Il mondo degli ultimi» di Gian Butturini nel 1980, la campagna bresciana nel 1991 con «Uova di garofano» di Silvano Agosti, Bienno nel 2016 «La lingua dei furfanti» della regista Elisabetta Sgarbi e Borgo San Giacomo con il film «Volevo nascondermi» del regista Giorgio Diritti, girato nel 2020. 

 

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