Susy Laude: «Nel mio film, la fiaba di una famiglia senza donne»

«Una favola sospesa, ambientata in un mondo altrove, senza luogo né tempo». Questo è, nelle parole di Susy Laude, «Tutti per Uma», commedia comica che segna il debutto dell’attrice e sceneggiatrice bresciana alla regia per il grande schermo, nelle sale, Covid permettendo, a fine maggio. «È un film family - racconta Laude - e sono davvero molto contenta di aver fatto un film come questo, per tutti, che puoi guardare con la famiglia per farti due risate anche in un periodo così complicato».
Nata e residente a Salò, laurea in Spettacolo all’Università di Parma, diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, tanti film e serie come interprete, Susy Laude ora debutta alla regia con questo film prodotto da Camaleo: «È la mia opera prima per il cinema - dice - dopo anni di gavetta con regie per il teatro, i corti, le miniserie per il web. Un’esperienza pazzesca, anche perché le registe donne sono davvero poche». «Tutti per Uma» è una commedia che sfuma nella favola. «È la storia di una famiglia di soli uomini - racconta la regista -, che vivono tutti insieme in un casale tra le vigne, dove da più di un secolo si produce il famoso spumante Ferliga. Una famiglia senza donne, dopo la scomparsa della mamma, e in crisi».
I protagonisti: Nonno Attila (Antonio Catania), che ha perso la sua verve; papà Ezio (Pietro Sermonti), che da quando sua moglie è morta produce solo miele amaro; lo zio Dante (Pasquale "Lillo" Petrolo), bambino mai cresciuto; il piccolo Francesco, che dopo aver perso la mamma ha preso qualche chilo e ha smesso di ballare. Il cattivo. Nelle favole non manca mai il cattivo. «È interpretato da mio marito, Dino Abbrescia, che trama alle spalle dei Ferliga per portarsi via tutto. Ma fanno la parte dei cattivi anche mio figlio e il nostro cane... siamo la famiglia dei perfidi», spiega Susy Laude, che anche per se stessa si è riservata un cameo da malvagia. Come in ogni storia che si rispetti, non manca una principessa (Laura Bilgeri), che come un dono del cielo irrompe sulla scena a ricordare a tutti che con l’amore si vince ogni battaglia.
Maschi in crisi, soccorsi da una donna: c’è un messaggio sociale? «Questo aspetto - spiega Laude - non è stato alla base della mia scelta, ma è diventato inevitabile cercare di scardinare gli stereotipi della fiaba, per dire che anche noi donne possiamo scegliere il nostro futuro. Poi c’è un messaggio sul bullismo, con adolescenti che si trovano a dover reagire a brutte situazioni. Nel film c’è anche il ballo, che è il mio grande amore».
Girato tra la capitale e Monte Porzio Catone, borgo dei Castelli Romani, il film arriverà il 27 maggio, con Vision Distribution, nelle sale italiane. Quelle sale che mancano a tutti: «Terminato il montaggio, nei giorni scorsi ho visto per la prima volta il film nella Sala Fellini, alla Fono Roma, e mi sono commossa. Il cinema è un luogo magico e spero che ci si possa tornare al più presto, una volta usciti da questa situazione dolorosa per tutte le categorie. Non vedo l’ora di rivederlo con il pubblico, anche sul mio lago, a Salò, al Cristal, e magari al Vittoriale, all’aperto. Sarebbe bello».
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