Cultura

Radio Onda d'Urto, Caparezza a Brescia con il suo «Exuvia Tour»

Stasera alla Festa fa tappa l’«Exuvia Tour». Salvemini non si arrende all’acufene: «Trasformazione epocale»
Un amico del Gatto Nero: Caparezza dal vivo - Foto Tamara Casula
Un amico del Gatto Nero: Caparezza dal vivo - Foto Tamara Casula
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È un amico storico di Radio Onda d’Urto, Caparezza: quando la festa chiama, lui risponde. Stasera, il cantautore molfettano atterra in via Serenissima per la penultima tappa del suo «Exuvia Tour»: l’appuntamento è alle 21.30 circa, dopo l’apertura affidata al giovanissimo rapper (e attore) romano Leon Faun, nome emergente dell’hip hop nazionale (si entra dalle 19, con biglietti Siae a 25 euro, acquistabili in cassa; info su www.radiondadurto.org).

Tanto il live quanto l’album di riferimento (pubblicato nel 2021) prendono nome e spunto da un processo che avviene in natura: l’esuvia, infatti, è ciò che rimane dell’esoscheletro di un insetto quando questo ha compiuto la muta. Assegnando a tale avvenimento un significato metaforico, Caparezza ha costruito un concept-album suddiviso in quattordici brani e cinque intermezzi, «nei quali viene descritto il percorso di una persona che evade da una prigione per fuggire e far perdere le proprie tracce all’interno di una foresta».

La storia rappresenta il seguito ideale del disco precedente, «Prisoner 709» (che si soffermava invece sulla «prigionia mentale», determinata a livello personale dalla difficilissima convivenza con l’acufene, che tuttora fa soffrire l’artista), e si concentra sul desiderio di fuggire con la mente ancor prima di abbracciare uno stato di completa libertà.

Brani autobiografici

Nell’ellepì ci sono brani di carattere strettamente autobiografico, tra i quali spicca «Campione dei novanta», dove Caparezza analizza il periodo in cui era conosciuto come Mikimix, e compiva «la prima exuvia», una volta riconosciuto di aver fatto un passo falso. Un’altra traccia, «La certa», affronta invece il tema della morte, descritta come una realtà non negativa, «senza la quale la nostra vita - ha spiegato l’autore - diventerebbe il trionfo dell’apatia e della depressione, mentre invece essa ci motiva a dare il meglio di noi durante il tempo limitato che abbiamo a disposizione».

Caparezza (al secolo Michele Salvemini, classe 1973) definisce così l’opera nel suo complesso: «È un’ode al al dio-cicala del cambiamento, che lascia la sua vecchia pelle per diventare qualcos’altro. Questo sono io. Ogni album che ho fatto è d’altronde la fotografia del Michele in un preciso momento. Di sicuro, "Exuvia" è l’album più sbilanciato verso me stesso che ho realizzato finora». Nel corso del tour, il musicista ha smentito le voci su un addio alla musica a causa del disturbo uditivo che lo affligge, annunciando peraltro di voler ridimensionare gli impegni dal vivo, lasciando presagire ulteriori novità: «Di recente, un’amica mi ha detto che la vita delle persone cambia ogni sette anni. A ottobre compirò 49 anni, che è 7 volte 7... immagino un cambiamento epocale». Quindi precisa: «Ho in testa delle idee. Quando ho scoperto di avere l’acufene, a un certo punto, dal passato, è arrivata una specie di ancora: i fumetti, che sono stati il mio primo amore. Credo che in futuro farò qualcosa che possa conciliare le mie diverse passioni, ma di certo non abbandonerò mai il mondo creativo». In attesa di sviluppi, godiamoci Caparezza in parole e note, dentro un live che abbraccerà naturalmente tutte le sue hit di oggi e di ieri.

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