Cultura

Palazzo Tosio, riapertura tra restauri e opere ospiti

Torna visibile la Sala delle vedute, con le «quadrature» che moltiplicano lo spazio
RESTAURI A PALAZZO TOSIO
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Con una cerimonia organizzata per presentare il recente restauro della «Sala delle vedute» e del «Ritratto della famiglia del conte Ottaviano Tosio» di Saverio Dalla Rosa, offerto in deposito dagli eredi della famiglia Zuccheri Tosio, l’Ateneo delle Scienze di Brescia venerdì ha riaperto ufficialmente le sue attività dopo i mesi di chiusura imposti dall’emergenza sanitaria.

Come ha spiegato il neopresidente Antonio Porteri l’occasione rappresenta un momento particolarmente significativo «per testimoniare una nuova tappa di un percorso di valorizzazione di Palazzo Tosio che prosegue nel tempo grazie al supporto delle componenti più sensibili della società civile bresciana e ricominciare nel segno della fiducia e della positività le attività di quel caleidoscopio di competenze che contraddistinguono da sempre l’Ateneo».

Grazie al sostegno di Ubi Fondazione Cab e della Società Cooperativa Mysotis in ricordo della contessa Rosangela Calini, è stata recuperata la decorazione settecentesca della «Sala delle vedute», affacciata sul portico, che presenta sulla volta una complessa quadratura prospettica e alle pareti una ricca scenografia architettonica, coperta in passato da diverse sovrapposizioni e già riportata in luce negli anni ’50 da Mario Pescatori.

L’attuale restauro, sotto la supervisione della Soprintendenza e rispettoso del precedente intervento, è stato affidato per la parte pittorica a Carla Valzelli e Annalisi Belloni e per le parti lignee a Massimo Ziliani. «La stanza ben testimonia la stratificazione storica del palazzo - ha sottolineato lo storico dell’arte Valerio Terraroli -, ottimo esempio della quadratura dipinta tipica della tradizione bresciana sin dal Cinquecento».

Giunge invece con un simbolico «ritorno a casa» del conte Paolo, il raffinato dipinto che raffigura la famiglia del conte Ottaviano Tosio realizzato tra il 1792 e il 1793 dal pittore veronese Saverio Dalla Rosa (1745-1821), offerto in generoso deposito all’Ateneo dalla proprietaria Giulia Zuccheri Tosio, discendente della casata e che ha trovato collocazione nella Sala dell’Alcova, al piano nobile. Nella tela, individuata per la prima volta dallo studioso Bernardo Falconi nel 2001 come possibile opera di Della Rosa, discepolo di Cignaroli e personalità dominante della vita artistica veronese tra fine ’700 e primo ’800, si trovano i ritratti del conte Ottaviano, dell'anziana madre, di sua moglie Lucrezia Avogadro e dei cinque figli, tra cui un giovane Paolo e (solo in effigie) la figlia fattasi monaca.

La preziosa tela si aggiunge ai tanti tesori custoditi nelle sale neoclassiche della casa-museo di via Tosio che torna ad essere accessibile al pubblico, temporaneamente anche come una delle sedi della manifestazione artistica «Meccaniche della meraviglia» promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Brescia.

Le visite guidate gratuite, organizzate secondo nuove modalità dettate dalle normative anti-Covid, sono previste fino a tutto dicembre il sabato e la domenica per gruppi di massimo 5 persone che dovranno presentarsi munite di mascherina. Prenotazione obbligatoria sul sito dell www.ateneo.brescia.it.

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