Cultura

Nick Ut e la «Napalm Girl» il 9 maggio in Loggia

La bimba ritratta, che oggi ha 59 anni, e il fotografo che dopo aver realizzato lo scatto la salvò saranno il 9 maggio ospiti nel Vanvitelliano
  • «Napalm Girl». La fotografia del 1972, con Kim Phúc ustionata in fuga dal suo villaggio in Vietnam, che ha fatto vincere il premio Pulitzer a Nick Út // AP
    Brescia Photo Festival, il 9 maggio Nick Ut e la Napalm Girl in Loggia
  • Il fotografo. Nick Út // THE LINDON BAINES JOHNSON PRESIDENTIAL LIBRARY
    Brescia Photo Festival, il 9 maggio Nick Ut e la Napalm Girl in Loggia
  • Oggi sorridente. Phan Thi Kim Phúc, che adesso ha 59 anni
    Brescia Photo Festival, il 9 maggio Nick Ut e la Napalm Girl in Loggia
  • Direttore. Renato Corsini guida il Ma.Co.f e il Bs Photo Festival
    Brescia Photo Festival, il 9 maggio Nick Ut e la Napalm Girl in Loggia
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La foto si intitola «Napalm Girl». Forse non ha nemmeno bisogno di essere descritta: così iconica da saltare subito alla mente, così tragica da sconquassare le viscere. Nella tragedia, però, una buona notizia: la bambina ritratta, Phan Thi Kim Phúc, sopravvisse a quell’attacco con la sostanza infiammabile lanciata dall’aviazione sudvietnamita su un tempio Cao Din a Trang Bang.

Ora ha 59 anni; nel 1972 (l'8 maggio per l'esattezza) si trovava proprio lì. Fu colpita dal napalm al braccio, che prese fuoco incendiando anche i suoi abiti. Quando uscì correndo e urlando, l’obiettivo di Nick Út la immortalò: Út era un fotografo di Associated Press e quella foto fece, fortunatamente, il giro del mondo, denunciando con una forza dirompente - perché visibile - un crimine tremendo.

A raccontare quei momenti e quello scatto saranno, lunedì 9 maggio, gli stessi Phan Thi Kim Phúc e Nick Út: nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia alle 17.30 parleranno al pubblico durante un evento eccezionale, che rientra nella cornice del Brescia Photo Festival e del Festival della Pace e che è promosso da Ma.Co.f (Centro della Fotografia Italiana di Brescia) e BresciaMusei, in collaborazione con il Comune di Brescia.

«La foto fu scattata esattamente cinquant’anni fa - racconta Renato Corsini, direttore artistico del Ma.Co.f e del Brescia Photo Festival - quindi risulta immune da contaminazioni e da allusioni alle "fake news", in un momento storico nel quale le foto di guerra in Ucraina vengono messe in dubbio». «Il governo russo - prosegue - parla di messe in scena; ma qui la veridicità non è mai stata discussa. Altre volte invece sì, anche in passato. Pensiamo al miliziano di Robert Capa: quell’esplosione è stata spesso accusata di essere inscenata».

Una foto-icona

Questa, continua Corsini, è un’icona nella storia della fotografia. «Dopo mezzo secolo mantiene intatto il suo valore. Con una sola e unica immagine racconta tutto il dramma della guerra. Colpisce ancora di più per il fatto che i protagonisti sono dei bambini, sempre vittime innocenti, come sta dimostrando anche la storia recente. E lo scatto è così potente da essere passato alla storia indipendentemente dal suo autore. Pochi conoscono il nome di Nick Út. In fotografia a volte accade». Questo non toglie tuttavia prestigio al lavoro: Út vinse proprio il Premio Pulitzer per la fotografia l’anno successivo, incoronando così il valore del suo lavoro. Phan Thi Kim Phúc e Nick Út sono stati intercettati proprio da Renato Corsini, che ha saputo - tramite una gallerista vietnamita di Milano, amica d’infanzia di Kim Phúc - che sarebbero stati in Italia per un tour tra Milano e Roma, dove incontreranno Papa Francesco. «Le ho proposto di portarli anche a Brescia e hanno accettato».

Sul palco del Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, insieme con Corsini, ci saranno il sindaco Emilio Del Bono, la vicesindaca e assessora alla Cultura Laura Castelletti e il presidente del Consiglio comunale di Brescia, Roberto Cammarata.

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Legami ideali

Quest’ultimo fa notare come, sempre in occasione del Festival della Pace, non più tardi dello scorso novembre durante una sua performance al Museo di Santa Giulia, anche l’artista dissidente Badiucao utilizzò proprio questa immagine, cancellandola da uno dei suoi dipinti insieme ad altre raffigurazioni-simbolo dei bambini vittime della guerra e della storia.

«Stiamo, quindi, dando continuità: la pace torna a Brescia, stavolta nella persona di Phan Thi Kim Phúc, in carne ed ossa. Purtroppo questa foto è terribilmente sul pezzo della cronaca e non rappresenta solo uno straordinario documento di storia di guerra. Cambiano gli scenari geopolitici, cambiano le armi utilizzate, ma l’esito è sempre quello che ci ricordava costantemente Gino Strada: le vittime delle guerre sono principalmente i civili. Gli ultimi report dell’Onu sulla guerra in Ucraina la dicono lunga: 5,5 milioni di profughi, 16 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria, tremila vittime civili. "Napalm Girl" ci richiama a uno scenario apocalittico. Ma è uno scenario apocalittico che stiamo vedendo e vivendo in Europa».

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