Cultura

Le Deva: «La nostra canzone magica in gara in Albania»

La bresciana Roberta Pompa e le tre compagne si sono qualificate per la semifinale di Kenga Magjike con «GiuraGiuda»
Con Le Deva. La bresciana Roberta Pompa è la prima a sinistra
Con Le Deva. La bresciana Roberta Pompa è la prima a sinistra
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Le Deva all’Eurovision per i colori dell’Albania? Soltanto venerdì 25 novembre si potrà sapere se avranno, intanto, conquistato l’accesso alla finalissima di sabato 26 del festival Kenga Magjike, giunto alla ventitreesima edizione. Ma, nel frattempo, la bresciana Roberta Pompa e le sue compagne di strada e di quartetto Greta Manuzi, Laura Bono e Verdiana Zangaro hanno fatto un importante passo avanti, qualificandosi per la semifinale nella categoria «Big International Artist» con la loro «canzone magica» (va beh, è la traduzione dall’albanese del nome della manifestazione...) intitolata «GiuraGiuda».

L'appuntamento

In calendario martedì prossimo, 22 novembre: l’evento si potrà seguire in diretta scaricando la app di Tv Klan, o semplicemente Klani, la più grande televisione privata dell’Albania; aspettando di conoscere il loro destino, Le Deva – un disco d’oro con il primo singolo «L’amore merita», 3 milioni e passa di ascolti su Spotify, 14 milioni di visualizzazioni su YouTube e oltre cento date live – parteciperanno giovedì 24 novembre a una serata nel corso della quale canteranno, insieme ad altri artisti, una canzone in albanese.

Nell’attesa, abbiamo rivolto qualche domanda a Roberta Pompa: nata nella Leonessa il 28 aprile del ’91, già nota con il nome d’arte di Maya, Roberta ha vinto il Festival di Ghedi quando aveva soltanto 17 anni, mentre nel 2013 partecipò a «X Factor 7», nella squadra delle Under donne di Mika.

Roberta, com’è stata la reazione del pubblico nei confronti vostri e del brano che avete proposto al Kenga Magjike, nel quale vestite i panni di moderne supereroine che si vendicano dei propri uomini?

Credo che non sarebbe potuta andare meglio, penso in particolare al calore che il pubblico ci ha riservato. Siamo molto contente, anche perché «GiuraGiuda» (che ci vede unite a combattere contro le ingiustizie e i torti subiti dai nostri «Giuda») è una canzone alla quale teniamo molto, soprattutto in tempi come questi, che vedono all’ordine del giorno – spesso purtroppo con esiti tragici – le violenze nei confronti delle donne.

A proposito di festival, dopo la soddisfazione del podio nell’edizione 2021 (quando arrivaste seconde cantando con Orietta Berti «Io che amo solo te» di Sergio Endrigo nella serata delle cover), avete presentato una canzone per Sanremo 2023?

Ebbene sì, pur se sappiamo di dover aspettare ancora qualche settimana per conoscere il nostro destino. Certo sarebbe bello salire sul palco dell’Ariston dopo esserci esibite su quello del Kenga Magjike...

Quando uscirà l’erede di «4», il vostro primo album pubblicato nell’ottobre di cinque anni fa?

È un po’ presto per la data di uscita. Posso comunque anticipare che il nostro secondo disco è quasi finito: conterrà i singoli pubblicati dopo il precedente e alcuni inediti nei quali ci siamo misurate non solamente come interpreti, ma anche come autrici. Non vedo l’ora che esca!

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