Cultura

«La storia dentro»: l'arte diventa riflessione

Svelata la gigantografia allestita in Largo Formentone a Brescia dai fratelli Radici
  • La performance artistica in largo Formentone
    La performance artistica in largo Formentone
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Come un atto teatrale, il grande drappo che copriva la gigantografia di «La storia dentro» realizzata dai fratelli Giuliano e Roberto Radici è caduto, svelando un abile connubio di pittura e fotografia. E il lavoro dei due fratelli bresciani, allestito in Largo Formentone, non nuovi ad eclatanti collaborazioni artistiche, che si fa così simbolo dell’arte che costruisce, che ascolta, che coinvolge. Strumento di cultura della socialità, della condivisione, dell’esplorazione, attraverso idee che uniscono istituzioni e aziende per un’officina culturale attenta a rispondere ai bisogni del territorio.

I due fratelli Radici si fanno così autori di un progetto con immagini che esprimono la loro idea di arte come strumento di riflessione collettiva. E il luogo dell’installazione diventa simbolico: piazza Rovetta, nel cuore della città segnata dalla paura del virus, dai lutti e oggi percorsa dalla voglia di ripartire. 
L’opera fa sintesi di pittura (vedi qui le fasi del dipinto) , fotografia, teatro e provocazione, rimarrà esposta fino all’11 luglio. L’installazione, realizzata in collaborazione con 7milamiglialontano, il Comune, la Croce Bianca e finanziata da una cordata di sponsor privati, tra cui Gruppo Brixia e Promotica Spa, propone una riflessione sul rapporto tra la sfera privata ed emotiva dell'individuo e i travolgenti eventi collettivi come la pandemia e la violenza, tra il singolo e la società in cui vive.

Lo fa attraverso una fotografia di 6x7 metri che fonde diverse fasi creative e linguaggi artistici prendendo le mosse da un momento storico emblematico come le X Giornate del 1849.

L’installazione è «un omaggio a Brescia e ai suoi cittadini, alla resistenza rivoluzionaria delle Dieci Giornate e alla resilienza e tempra dimostrata dalla città negli ultimi drammatici mesi. La nostra arte non vuole essere un’analisi o un giudizio di strategie e non propone considerazioni politiche, vuole essere uno spazio in cui chi, giorno per giorno, si è trovato a vivere sofferenze e difficili emozioni possa esprimersi e riconoscersi, nella volontà di curare insieme, nel segno del dialogo, la ferita che ha squarciato la città, e ripartire in quell’unità di obiettivi e valori civili che fu la conquista più vera del Risorgimento e delle X giornate: fratellanza, uguaglianza, giustizia», afferma il fotografo Giuliano Radici.

«Brescia è sempre stata pronta a risorgere, dalla dominazione austriaca come al virus» ha detto ieri la vicesindaco Laura Castelletti, sottolineando come «la storia torna ad illuminare la contemporaneità tra resistenza e resilienza». L’opera ha anche uno scopo solidale, con la vendita dei frammenti della tela dipinta da Roberto Radici i cui proventi saranno posti a disposizione della «Carolina Zani Melanoma Foundation» per uno screening gratuito sulla città.

 

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