Cultura

La collezione di tappeti Zaleski esposta in dimore storiche

L’iniziativa della Fondazione Tassara nel contesto del Landscape Festival a Bergamo
Una delle tre dimore storiche che ospiteranno i tappeti - © www.giornaledibrescia.it
Una delle tre dimore storiche che ospiteranno i tappeti - © www.giornaledibrescia.it
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La Fondazione Tassara, che da dieci anni opera tra Valle Camonica e Provincia di Brescia, sarà protagonista del «Landscape Festival 2019 - I Maestri del Paesaggio», che si è aperta ieri a Bergamo, con la mostra «Hortus Conclusus - Il giardino nei tappeti orientali della Fondazione Tassara».

Una limitata e raffinata selezione del vasto patrimonio di 1.325 tappeti dal XV al XIX secolo provenienti da tre continenti, che la Fondazione Tassara ha ricevuto nel 2014 in donazione dall’ingegner Romain Zaleski e che costituisce la più completa e importante collezione privata di tappeti esistente, sarà infatti in esposizione in tre delle 13 dimore storiche private di Bergamo, che apriranno le loro porte ai visitatori durante il «Landscape Festival» nei pomeriggi del 15 e 22 settembre: Palazzo Agliardi, Palazzo Moroni e Palazzo Terzi.

La mostra, promossa dalla Fondazione Tassara, è nata da un’idea di Giovanni Valagussa in collaborazione con la Galleria Moshe Tabibnia di Milano e con l’associazione Dimore Storiche Bergamo. «I tappeti con i loro animali esotici, gli uccelli e le piante sono la rappresentazione idealizzata di un giardino e si integrano armoniosamente nelle dimore storiche», sottolinea Valagussa. «Da sempre la nostra Fondazione ha lo scopo di promuovere il territorio con iniziative benefiche a favore della sua cultura, delle sue tradizioni», spiega il presidente di Fondazione, Flavio Pasotti.

«L’ingegner Zaleski ha donato alla nostra Fondazione la più completa collezione privata di tappeti al mondo. La loro storia inizia 600 anni fa: parte dall’Oriente e arriva a noi attraversando i secoli. Il sogno che stiamo perseguendo è trovare loro una casa, ovvero realizzare un museo per produrre cultura, con l’obiettivo di far conoscere ad un numero sempre maggiore di persone, la storia, la tradizione e la cultura di cui queste opere d’arte sono portatrici. Abbiamo avuto già numerosi contatti internazionali ma vorremmo che questa casa fosse in Italia, in particolare a Brescia».

 

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