Cultura

L’arte come cura: quei ragazzi difficili alla scoperta della Pinacoteca

Adolescenti della Comunità Azimut protagonisti di una tesi di laurea. Fra Caravaggio e LaChapelle
I ragazzi in Pinacoteca - © www.giornaledibrescia.it
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«Ecco il mio quadro», esclama Marco fissando il Ritratto di giovane flautista. Confronta la mano destra del musicista dipinto da Girolamo Savoldo con l’immagine riprodotta sul cartoncino che porta al collo. Combaciano.

Pietro, invece, si ferma davanti a San Giorgio e la Principessa, di Antonio Cicognara. «Trovata», rivela, sventolando il foglio con la mano sinistra della donna. È un gioco: scoprire nelle opere della Pinacoteca Tosio Martinengo i proprietari delle mani ritratte sui cartoncini distribuiti da Martina. Marco e Pietro sono nomi di fantasia. Fanno parte del gruppo di nove minorenni coinvolti nella tesi di laurea triennale di Martina Mazzocchi, 25 anni, studente dell’Accademia di Santa Giulia, dipartimento di didattica dell’arte.

«Interpreti di mani» si chiama il progetto. Attori sono questi ragazzi con storie difficili alle spalle. Furto, rapina, spaccio, violenza. Adolescenti sottoposti a provvedimenti penali, ospiti della Comunità Azimut di via Orzinuovi gestita dalla cooperativa Fraternità Impronta. La visita alla Pinacoteca è la parte finale del progetto. Nove ragazzi, che non avevano mai messo piede in un qualsiasi museo, accompagnati da Martina, da Mauro, coordinatore di Azimut, e da Tarek, un collaboratore.

Cura

La cultura come cura, uno dei temi di Brescia Bergamo Capitale 2023. La tesi di Martina è ovviamente un percorso autonomo, ma si inserisce bene in quel contesto. Marco, Pietro e gli altri hanno visto spalancarsi mondi del tutto sconosciuti. Esistono spazi, emozioni, realtà molto diverse da quelli che avevano sperimentato finora. «I ragazzi - racconta Martina - sono rimasti colpiti e affascinati da Caravaggio». I suoi guai con la giustizia e il realismo delle opere hanno stimolato la loro curiosità. «Si è stabilita un’empatia fra i ragazzi e il pittore», dice Martina. La sua tesi approfondisce l’iconografia delle mani rappresentata nell’arte figurativa. L’esperienza in collaborazione con Azimut si è svolta in quattro tappe: tre laboratori e la visita in Pinacoteca.

I ragazzi hanno conosciuto Caravaggio, lavorato sull’importanza delle mani come espressione del carattere e dell’identità, il ruolo della luce nell’arte e nella fotografia. Infine, l’uscita alla Tosio Martinengo.

Pinacoteca

I ragazzi - curiosi e disciplinati - davanti ai quadri rivelano sguardi pieni di stupore. Martina fa da cicerone. Illustra il senso dei dipinti più importanti, aiuta i ragazzi a trovare i personaggi ai quali appartengono le mani sui cartoncini. Si soffermano, in particolare, sulle fotografie di David LaChapelle, ispirate ai pitocchi di Giacomo Ceruti.

Martina Mazzocchi - © www.giornaledibrescia.it
Martina Mazzocchi - © www.giornaledibrescia.it

Un linguaggio moderno, dissacrante, in forte contrasto con le opere del passato, che suscita l’interesse dei ragazzi. «Belle», dice uno di loro. Non serve che spieghi, la scoperta di una dimensione per lui inusuale è già una conquista che arricchisce. Questa esperienza, dice Martina, «è stata per me molto difficile, impegnativa, emozionante. I ragazzi reagiscono in modo genuino davanti ai quadri, danno un giudizio di impulso». Dopo la laurea vuole continuare a lavorare in questo campo: «Mi piace creare il linguaggio giusto per avvicinare ogni tipo di pubblico all’arte». I laboratori condotti con gli utenti di Azimut erano già stati sperimentati con altre persone. Con il gruppo dei ragazzi è stata un’altra cosa.

In via Orzinuovi sono ospitati dodici giovani nei guai con la giustizia. La Comunità di pronto intervento Azimut per adolescenti è nata nel 2013; l’anno dopo è stato aperto anche un servizio ad alta protezione per minori in stato di arresto o di fermo a seguito di flagranza di reato in attesa di udienza di convalida. «Purtroppo arrivano ragazzi di età sempre più giovane», dice Mauro. Sulle spalle hanno storie terribili di disagio e di illegalità, consumate da soli o in gruppo. Dopo la visita in Pinacoteca, per i ragazzi c’è il tempo di una camminata fra il Capitolium e piazza Loggia. Una boccata, temporanea, di libertà alla scoperta dei monumenti di Brescia. La cultura che cura.

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