Cultura

Inviolata, abitata, misteriosa: la montagna protagonista al Photo Festival

Gli scatti dei quattro maestri Sella, Chambi, Adams e Hütte in Santa Giulia, con un inedito reportage dalle nostre Prealpi
Uno degli scatti di Hütte in mostra
Uno degli scatti di Hütte in mostra
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È già alla sua sesta edizione e ormai è diventato una piacevole consuetudine per la città. Il Brescia Photo Festival, kermesse che porta in centro storico l’arte dello scatto invadendo diversi spazi culturali ed espandendosi anche in provincia, è quest’anno dedicato al soggetto cardine del 2023: la «Capitale». Ma senza divagare eccessivamente, gli enti promotori (Fondazione Brescia Musei e Centro della Fotografia Italiana Ma.Co.f su tutti, ma anche l’editore Skira che ha pubblicato uno dei cataloghi) hanno concentrato il focus su uno dei temi del dossier, la «Città natura».

Sulle vette

Le due mostre principali sono state inaugurate nei giorni scorsi e mostrano quanto la natura sia protagonista dell’edizione, a partire dall’esposizione al Museo di Santa Giulia fino al 25 giugno, «Luce della montagna», curata da Filippo Maggia e pensata come una raccolta di quattro personali di altrettanti grandi della fotografia alpinista (info: www.bresciamusei.com). Si tratta del biellese Vittorio Sella (1859-1943), del peruviano Martín Chambi (1891-1973), dello statunitense Ansel Adams (1902-1984) e del tedesco Axel Hütte (classe 1951, presente al vernissage il 24 marzo). In 120 scatti (più o meno inediti) i quattro autori indagano la montagna e il paesaggio interpretandolo secondo la loro poetica e portando ognuno un messaggio più o meno nascosto.

Si parte dunque dal percorso di Sella, che dalla fotografia descrittiva si dedica sempre di più agli scatti estetici e celebrativi; si passa poi alla ricerca etnografica d’altura di Martín Chambi, che nei primi decenni del Novecento ha catturato con l’obiettivo usi e costumi andini; ci si immerge nel rigore tecnico e nel sentimento proto-ambientalista di Ansel Adams; si chiude con il bianco sospeso delle nebbie di Hütte, che non ha portato solo vecchi lavori ma per l’occasione ha scattato Adamello, Presanella e altri monti cari a bresciani e bergamaschi, su commissione di Fondazione Brescia Musei, che acquisirà tre opere per arricchire la propria collezione.

L'inaugurazione della mostra
L'inaugurazione della mostra

Accanto a «Luce della montagna» (il cui curatore selezionerà poi insieme a Maria Cristina Rodeschini le opere di «Vette di luce» all’Accademia Carrara di Bergamo, esposizione di Naoki Ishikawa che aprirà il 23 giugno) ha inaugurato anche «Natura fragile», negli spazi del Ma.Co.f in via Moretto (presso Mo.Ca., fino al 18 giugno). Curata da Renato Corsini, direttore artistico del Brescia Photo Festival, propone una drammatica e potente selezione di opere fotogiornalistiche di autori e autrici che hanno puntato la macchina fotografica sugli attimi appena successivi ai disastri naturali italiani più noti, dalla diga del Gleno all’alluvione del Polesine vista con gli occhi di Giorgio Palmas, dagli scatti di Giorgio Lotti a Firenze nel 1966 fino alla recente tempesta Vaia nel 2018, scattata da Giorgio Salomon. L’ingresso è compreso nel biglietto per il Ma.Co.f (5 euro) e permette di vedere tutte le altre mostre allestite oltre alla collezione permanente.

In arrivo

Il Brescia Photo Festival non si conclude però qui. Due anteprime erano già state inaugurate a febbraio: «Nomad in a beautiful land» di David Lachapelle per Ceruti in Pinacoteca Tosio Martinengo e «Cose mai viste» con inediti di Gianni Berengo Gardin al Ma.Co.f, una selezione di centoventi bianco e neri mai stampati prima d’ora e provenienti dall’archivio del fotografo. Le altre esposizioni si susseguiranno nelle prossime settimane e mesi: «L’archivio ritrovato» di Nicola Sansone (dal 3 giugno al 16 luglio), «Istanti di storia» di Maurizio Galimberti (dal 24 giugno al 27 agosto) e «I percorsi della fotografia» di Federico Garolla (dal 22 luglio al 27 agosto) saranno al Ma.Co.f. Il comune di Marone ospiterà una mostra dedicata a Lorenzo Antonio Predali (da giugno ad agosto); la Collezione Paolo VI di Concesio accoglierà «Jamais plus la guerre» con immagini della visita di Paolo VI all’Onu nel 1965 (dal 27 maggio al 14 ottobre); e San Pietro in Lamosa proporrà le foto di Franco Bettini (dal 6 maggio al 2 luglio).

Contestualmente alle mostre, il Cinema Nuovo Eden in via Bixio proporrà sei appuntamenti cinematografici (a partire da «Le otto montagne» e concludendo con «Utama - le terre dimenticate», il 27 maggio), e le biblioteche cittadine cureranno uno scaffale bibliografico a tema.

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