Cultura

Il 24 marzo 1760 a Brescia nasceva Giuseppe Fenaroli Avogadro

Politico bresciano ed amico personale di Napoleone Bonaparte. Morì a Rudiano nel gennaio 1825
Giuseppe Fenaroli Avogadro ritratto da Luca Ghidinelli
Giuseppe Fenaroli Avogadro ritratto da Luca Ghidinelli
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Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 24 marzo 1760 a Brescia nasceva Giuseppe Fenaroli Avogadro, politico bresciano ed amico personale di Napoleone Bonaparte. Figlio del Conte Bartolomeo Fenaroli e della Contessa Paola Avogadro, frequentò con il fratello Girolamo il «Casino de' Buoni amici», circolo di nobili bresciani simpatizzanti giacobini.

Il padre, conte Bartolomeo, era amico personale di Napoleone e lo ospitò in città assieme alla consorte Giuseppina. In quell'occasione la contessa Paola fece un prestito all'illustre ospite, gesto che il futuro Imperatore non dimenticherà ed asua volta ospiterà Giuseppe a Parigi, presso i suoi palazzi (come da illustrazione di Ghidinelli) e pranzerà con lui seduti allo stesso tavolo, gesto questo che verrà riservato a pochissime persone.

Nel 1797 Fenaroli fece ingresso nel governo provvisorio cittadino svolgendo un'azione diplomatica con Bonaparte. Il lavoro diplomatico fece sì che Bonaparte scrisse al direttorio cisalpino affinchè Brescia e Mantova facessero parte della Repubblica Bresciana. Giuseppe per l'occasione si recò a Milano, accompagnato da altri nobili bresciani, a conferire personalmente con Napoleone. Ottennero l'annessione alla Repubblica Cisalpina e Fenaroli fu eletto tra i rappresentanti del Corpo Legislativo della Repubblica. Ruolo che venne sancito da Napoleone in persona.

Nel 1798 si oppose al trattato di alleanza tra la Repubblica e la Francia. Fu espulso dal parlamento e fu messo sotto sorveglianza presso le dimore di Brescia e di Rudiano. Nel 1801, successivamente alla battaglia di Marengo, fu incaricato di recarsi a Parigi per esprimere a Napoleone la riconoscenza Bresciana per la Seconda Repubblica Cisalpina.

Nell'inverno di quell'anno fu inviato a Lione per partecipare alla consulta straordinaria della Repubblica, in cui fu nominato membro in rappresentanza del Dipartimento della Mella. In quell'occasione Bonaparte accolse l'amico con una calorosa benevolenza. Quando poco dopo Napoleone venne nominato Presidente della Repubblica Italiana fu lui in persona a designare Fenaroli come membro della Consulta di Stato.

Il 26 maggio 1805, il giorno dell'Incoronazione di Bonaparte a Re d'Italia presso il Duomo di Milano a Fenaroli fu dato l'onore di portare nel corteo lo scettro di Carlo Magno. Sempre quell'anno venne insignito da Napoleone della Legion d'Onore e nominato Gran Maggiordomo Maggiore. Successivamente, venne nominato, sempre da Bonaparte in persona, membro del Consiglio di Stato, gran dignitario dell'Ordine della Corona Ferrea ed infine conte del Regno.

Alla caduta di Napoleone ottenne da Francesco II d'Asburgo-Lorena l'onore di mantenere il titolo di Gran Dignitario della Corona Ferrea anche sotto dominio austriaco. Nel 1806 fu tra i fondatori della Loggia Massonica «Amalia Augusta» di Brescia. Morì a Rudiano nel gennaio 1825, all'età di sessantaquattro anni. 

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