Cultura

Il 22 maggio moriva Ludovico Bettoni conte Cazzago

Lo spazio che accoglie le vignette di Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta di figure di oggi e di ieri
Ludovico Bettoni conte Cazzago -  © www.giornaledibrescia.it
Ludovico Bettoni conte Cazzago - © www.giornaledibrescia.it
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Lo spazio che accoglie le vignette «In punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 22 maggio 1901 a Brescia moriva il patriota e politico bresciano Ludovico Bettoni conte Cazzago. Figlio di Giacomo Bettoni e Maria Cazzago, venne ben presto educato alla politica ed all'economia ed appena ventunenne divenne assessore con il podestà Luigi Maggi, per poi dimettersi per unirsi a Giuseppe Borghetti, Luigi Cazzago ed altri giovani rampolli della Brescia nobiliare per preparare la Liberazione della Lombardia seguendo la politica cavouriana e creando il comitato insurrezionale bresciano. 

Dopo la liberazione della città Ludovico tornò a riavvicinarsi alla politica e da quel momento diventò una figura importante nella scena politica bresciana. Fu consigliere provinciale per il mandamento di Gargnano e Bagnolo, deputato provinciale, rappresentante di Brescia, Presidente del Consiglio della Cassa di Risparmio di Milano ed infine, nel 1895, Presidente del Consiglio provinciale di Brescia.

Ricoprì anche l'incarico di Deputato alla Camera dal 1870 al 1876 e fu Senatore dal 1891 al 1901, anno della morte che pervenne dopo una lunga malattia. Da deputato provinciale si interessò della crisi agraria e si dedicò a studi per rialzare la produzione degli agrumi e delle viti.

Era convinto che fosse attraverso l'agricoltura e le colture la risposta al fabbisogno sempre più stringente che attanagliava sempre più popolazione la bresciana. Invitava la gente a non abbandonare i campi per spostarsi in città, perché era nei campi la forma di sostentamento necessaria per avere un'esistenza dignitosa in un momento storico in cui anche a Brescia vi era l'illusione che l'industria avrebbe migliorato l'esistenza delle classi meno abbienti.

Fu tra i promotori della Scuola di agricoltura della Bornata (come da illustrazione di Ghidinelli), che diventerà poi L'Istituto Tecnico Agrario Statale Giuseppe Pastori. Fu altresì tra i fondatori, nel 1883, del Credito Agrario Bresciano. Tra le sue parentele ci furono tre Sindaci di Brescia: nella fattispecie era fratello di Francesco Bettoni Cazzago che fu primo cittadino dal 1895 al 1898, lo Zio di Federico che lo fu dal 1902 al 1904 ed il padre di Vincenzo che lo fu dal 1905 al 1906.

 

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