Cultura

Addio a Irene Fargo, la cantante bresciana che amava il musical

L'annuncio in un post su Facebook: l'artista nata a Palazzolo e cresciuta a Chiari aveva 59 anni
Irene Fargo in un concerto a Brescia nel 2014 - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Irene Fargo in un concerto a Brescia nel 2014 - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Lutto nel mondo della musica bresciana. Se n'è andata ieri sera Irene Fargo, considerata una delle voci femminili più straordinarie dei primi anni Novanta.

La cantante, all'anagrafe Flavia Pozzaglio, avrebbe compiuto 60 anni il prossimo novembre ed era nata a Palazzolo. Tuttavia, era cresciuta a Chiari, città che l'ha sempre vista come una figlia prediletta.

Irene Fargo era nota al grande pubblico soprattutto per le due apparizioni al Festival di Sanremo, entrambe le volte nella sezione Nuove Proposte, dove si posizionò seconda sia nel 1991 (dietro a Paolo Vallesi) sia nel 1992 (dietro a Aleandro Baldi e Francesca Alotta). Le canzoni che portò a Sanremo richiamavano la sua grande passione per l'arte, il teatro e l'opera: «La donna di Ibsen» e «Come una Turandot» sono stati pezzi noti che anche le radio hanno passato per anni. Nel 1993 era arrivata ad un passo dalla selezione per entrare in gara coi Big.

Si era accorta sin da bambina di avere una bella voce e così nel 1973 iniziò a cantare con il Coro Polifonico Città di Chiari. Dopo diversi anni a portare in giro la sua voce nella nostra provincia, nel 1987 partecipò al Festival di Castrocaro e solo successivamente creò il nome d'arte che poi la fece diventare popolare. Tra i suoi album, quello d'esordio fu «Irene Fargo» nel 1990, a cui seguirono «La voce magica della luna» nel 1992, «Labirinti del cuore» e molti altri, fino ad arrivare all'ultima fatica, «Il cuore fa» nel 2016.

Negli ultimi vent'anni, vivendo a Chiari, si è cimentata anche nei musical e, prima della partita della Nazionale italiana a Malta del 2013 a La Valletta, cantò l'inno di Mameli di fronte al pubblico. Anche il cinema non è mancato nel suo repertorio, con il leitmotiv musicale del film «Nel mio amore» della scrittrice Susanna Tamaro, e nemmeno la televisione (fu stabile per un certo periodo a «Domenica In»).

Negli anni più recenti aveva collaborato con alcune realtà locali, soprattutto a Chiari, ma anche a Montichiari. L'ente locale clarense ieri sera ha scritto che «il sindaco, l'Amministrazione e il personale del Comune di Chiari esprimono il loro cordoglio e la loro vicinanza alla famiglia per la perdita di Flavia Pozzaglio. È stata e continuerà ad essere motivo di orgoglio per tutta la nostra città». Lo stesso ha fatto il sindaco di Montichiari e anche altre personalità del mondo della politica e naturalmente della musica locale e nazionale.

Sebbene non si conoscano ancora le cause della morte, le voci di una sua malattia si erano rincorse nel settore della musica già da un paio di settimane. Persino Renato Zero aveva fatto un appello ai suoi fan in cui chiedeva di «dare una carezza a Irene», ritenuta «un'anima buona e generosa» oltre che «un'artista sensibile e appassionata». Tra le tante amicizie che ha stretto nella sua carriera, anche Lucio Dalla, che per lei era stato un vero amico. A dare la notizia ufficiale della morte di Irene Fargo è stata però la cantante e produttrice discografica Giovanna Nocetti, ieri sera con un post sui social.

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