Alcol a minori al bar dell’oratorio, denunciato un prete

Un sacerdote è stato denunciato come titolare della licenza del bar di un oratorio a Darfo, in provincia di Brescia, dove due ragazze di 17 anni avevano acquistato bevande alcoliche. Oltre al parroco gli agenti della Polizia di Stato hanno multato la barista che aveva materialmente venduto alcol alle due minori. La donna è stata sanzionata amministrativamente, con una multa di 1.000 euro.
Il questore
«Il consumo di alcool tra i minori è un fenomeno che può avere conseguenze molto gravi sul piano sociale, sanitario e della sicurezza – ha sottolineato il questore Paolo Sartori –. Le attività di prevenzione e controllo che svolgiamo con costanza, in sinergia con le Amministrazioni comunali e le Polizie Locali, hanno un obiettivo chiaro: tutelare i più giovani, sensibilizzare le famiglie e responsabilizzare gli esercenti. La somministrazione di bevande alcoliche a chi non ha ancora raggiunto la maggiore età non è solo una violazione della legge, ma rappresenta un serio rischio per la salute e la sicurezza dei ragazzi. È nostro dovere intervenire con fermezza ogni volta che emergono comportamenti illeciti, perché la prevenzione resta la forma più efficace di protezione dei nostri giovani».
La Diocesi
Sulla vicenda la Diocesi di Brescia ha voluto fornire delle precisazioni. «Il contesto era la Notte Bianca. In tale occasione, sabato 6 settembre 2025, l’oratorio di Corna di Darfo con la Polisportiva ha allestito uno stand all’esterno della struttura, coinvolgendo i volontari della parrocchia. Purtroppo, non sono bastati gli accorgimenti messi in essere dagli organizzatori. All’emissione dello scontrino fiscale, veniva richiesta la carta d’identità. È evidente che chi ha pagato, con regolare documento che attestava la maggiore età, ha passato poi lo scontrino a un’altra persona – si legge -. La parrocchia riconosce l’errore, che va, però, delimitato a un singolo episodio. In futuro, sicuramente, verrà prestata una maggiore attenzione. La sanzione amministrativa di 333 euro è stata pagata dalla parrocchia. L’errore commesso non deve, però, oscurare l’impegno educativo che la parrocchia, con l’oratorio, porta avanti quotidianamente».
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