Urne aperte per le regionali: affluenza in calo ovunque

Circa 11 milioni e mezzo di elettori chiamati al voto fino a lunedì per scegliere i governatori in Veneto, Campania e Puglia e i rispettivi Consigli regionali. Con un dato parziale che registra nella serata di domenica un calo significativo dell'affluenza in Veneto (quasi del 6 per cento, rispetto alla tornata del 2020) e in Puglia (quasi il 4 per cento), e un dato simile a quello delle precedenti elezioni in Campania. Le cifre fornite dal Viminale alle 19 di ieri indicano per il Veneto una affluenza del 29,31 per cento, in Puglia del 23,67 e in Campania del 25,87, meno di un punto al di sotto di 5 anni fa quando l'asticella aveva toccato il 26,5%. Comunque dati non confortanti, anche dopo gli appelli dei leader al voto.
Lungo turno elettorale
Con queste tre Regioni si chiude un lungo turno elettorale che si è protratto per mesi e ha visto chiamati ai seggi anche i cittadini di Marche e Val d'Aosta (il 28 settembre), della Calabria (5 ottobre) e della Toscana (12 ottobre). Oggi dalle 15 si potranno trarre i bilanci nella sfida tra centrodestra e centrosinistra, senza dimenticare alcune rese dei conti interne ai due poli e anche interne ai singoli partiti, come quelle dei governatori uscenti Luca Zaia e Vincenzo De Luca. In Veneto e in Campania, i due presidenti uscenti hanno inutilmente perseguito il tentativo di introdurre la possibilità di un loro terzo mandato, stoppato sia dalla politica che poi dalla Corte costituzionale. Zaia non è riuscito a convincere la Lega e gli alleati sull'opportunità di presentare una propria lista e si è candidato con il suo partito. Se da una parte a suon di preferenze il «Doge» potrà aiutare Salvini a concorrere con Fdi per avere l'alloro del partito più votato, dall'altra un suo successo personale molto rilevante gli attribuirebbe un ruolo politico anche a livello nazionale.
In Campania, invece, De Luca non sarà in lizza, ma la lista «a testa alta» fa riferimento a lui e alla sua esperienza amministrativa. E si apre una «competition» con la liste del Pd, di Elly Schlein ma anche del figlio Piero, segretario regionale Dem. Anche per l'ex governatore un exploit della lista lo spingerebbe a costruirsi un ruolo politico nuovo. In Campania tuttavia il centrodestra spera nella «remontada» da parte di Edmondo Cirielli su Roberto Fico.
Lo testimonia il fatto che diversi esponenti di Fdi sabato hanno violato il silenzio elettorale per rilanciare la polemica con il candidato presidente di M5s sul posto barca nel porto militare di Nisida a prezzi super scontati. Cosa che ha fatto infuriare i 5 stelle che hanno contrattaccato con Michele Gubitosa che ha parlato di arroganza del potere che si pone contro ogni regola e ogni principio. Una tensione che si è registrata anche ieri quando Giuseppe Conte è tornato sull'argomento: «Mentre noi siamo qui a parlare e a indignarci, c'è invece gente che fa le campagne elettorali non andando neppure in giro. Stanno seduti e spostano al telefono 10, 20, 50 mila voti. Sono sistemi marci».
In Puglia a concorrere per la successione a Michele Emiliano sono l'ex sindaco di Bari Antonio Decaro, campione di preferenze alle europee di un anno fa, e Luigi Lobuono. Un exploit elettorale proietterebbe Decaro, secondo alcuni esponenti riformisti del Pd, come possibile riferimento di questa componente Dem.
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