Centinaia di bombe sull’Ucraina, Kiev pronta a usare le mine antiuomo

Un «attacco combinato su vasta scala» dei russi ha squarciato la notte ucraina: oltre 500 droni e missili lanciati in diverse regioni del Paese, inclusa Kiev e quella occidentale di Leopoli, che hanno spinto la Polonia a far alzare in volo i suoi caccia per monitorare i confini. È un nuovo record per intensità di attacco, l'ennesimo atto di questa guerra infinita senza apparenti spiragli di tregua.
Lo fa intendere il Cremlino, che rifiuta di tornare al negoziato se l'Occidente alzerà ancora la pressione con le sanzioni, e lo conferma Volodymyr Zelensky, che ha deciso di ritirare Kiev dal trattato internazionale contro le mine antiuomo. Accusando la Russia di continuare ad utilizzarle «contro i nostri militari e i civili».
Almost all night long, air raid alerts sounded across Ukraine — 477 drones were in our skies, most of them Russian-Iranian Shaheds, along with 60 missiles of various types. The Russians were targeting everything that sustains life. A residential building in Smila was also hit,… pic.twitter.com/1ExZhYAMBg
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) June 29, 2025
Le difese antiaeree di Kiev, tra sabato e domenica, sono state costrette ancora una volta agli straordinari di fronte alla potenza di fuoco del nemico. L'aeronautica ha riferito di 477 droni e 60 missili di vario tipo lanciati dai bombardieri russi. Quasi tutti i droni e 39 missili sarebbero stati intercettati, mentre quelli che sono riusciti a sfondare hanno provocato l'abbattimento di un caccia F-16 e l'uccisione del pilota e diversi feriti tra i civili a terra, secondo quanto riportato dalle autorità locali. La maggior parte (11 tra cui 2 bambini) nella regione centrale di Cherkasy, ma anche a Ivano-Frankivsk nell'ovest. Un uomo è rimasto ucciso a bordo di un'auto a Kharkiv. L’esercito russo invece ha affermato che sono stati colpiti soltanto siti del complesso militare-industriale ucraino e raffinerie di petrolio.
Sul terreno, negli ultimi giorni gli assalti della fanteria russa hanno registrato un’avanzata al confine tra le regioni di Donetsk e Dnipropetrovsk, conquistando due centri urbani. Lo stato maggiore ucraino ha stimato 110mila soldati nemici concentrati in questa linea del fronte (rispetto ai 70mila di dicembre). Soprattutto intorno alla città di Pokrovsk, dove di verificano almeno 50 scontri al fuoco al giorno. Va meglio invece il contenimento dell'Armata di Putin nella regione nord-orientale di Sumy.
Una decisione controversa
Con le sue forze armate in difficoltà, Zelensky ha preso una decisione controversa, che ora dovrà essere ratificata dal parlamento: ritirare il Paese dalla Convenzione di Ottawa, che vieta ai firmatari (160 Paesi, ma non Stati Uniti e Russia) di acquisire, produrre, o utilizzare mine antiuomo. Ordigni che secondo le organizzazioni umanitarie mettono a rischio i civili, rimanendo inesplose sottoterra per lungo tempo. Un passo analogo era stato già fatto nei mesi scorsi da Polonia, Finlandia, Lituania, Lettonia ed Estonia, tutti confinanti con la Russia.
Il leader ucraino, sempre nella logica di rafforzare le difese, ha rinnovato la richiesta a Donald Trump di acquistare nuovi sistemi Patriot. Dalla Casa Bianca tuttavia non è ancora arrivata una risposta. Washington nel frattempo tiene aperti i canali con Mosca.
Russia e Usa
Il direttore dell'intelligence estera russa Sergei Naryshkin ha reso noto di aver parlato per la seconda volta in tre mesi con il capo della Cia John Ratcliffe. «Abbiamo concordato di chiamarci in qualsiasi momento per discutere questioni di nostro interesse», ha fatto sapere Naryshkin, nel contesto di un crescente riavvicinamento tra Usa e Russia.

In ogni caso comunque Trump vuole mantenere una forma di pressione su Putin per spingerlo a trattare seriamente la pace. Tanto che ha esortato i repubblicani a «muoversi» sull'approvazione della legge che autorizzerebbe la Casa Bianca a imporre nuove sanzioni. Lo ha rivelato il senatore Lindset Graham, uno dei più potenti e più vicini al presidente.
Lo spettro di nuove ritorsioni economiche agita Mosca. «Vuole sconfiggerci strategicamente usando l'Ucraina come ariete ma non ci riuscirà», è l'avvertimento del ministro degli Esteri Serghiei Lavrov. E «più gravi saranno le misure, più seria sarà la nostra risposta», gli ha fatto eco il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, nei giorni in cui l'Ue ha rinnovato di altri sei mesi tutte le restrizioni in vigore, mentre è in cantiere un 18esimo pacchetto.
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