Trump contro Musk: rottura clamorosa tra accuse, scontri e tagli

Dopo essersi tanto amati, per un anno o giù di lì, tra Donald Trump e Elon Musk sono volati gli stracci. «Abbiamo avuto un ottimo rapporto, ma sono sorpreso, Elon mi ha molto deluso», ha detto il presidente americano ai giornalisti durante un'apparizione nello Studio Ovale accanto al cancelliere tedesco Friedrich Merz.
— Elon Musk (@elonmusk) June 5, 2025
Sentendosi dare in diretta su X dal suo ormai ex alleato dell'«ingrato»: «Senza di me non avrebbe vinto le elezioni», ha tuonato il patron di Tesla mentre il titolo della società crollava a Wall Street. E alla fine sgancia «la bomba più grande: Donald Trump è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici». Fino ad arrivare a condividere un post in cui si chiede l'impeachment del Tycoon.
— Elon Musk (@elonmusk) June 5, 2025
Ormai è scontro aperto, dopo che per giorni i due hanno negato i dissidi dietro all'addio del miliardario al suo ruolo nel governo, con Musk che nelle ore successive ha sparato altre tre bordate: la dismissione immediata della navicella spaziale Dragon di SpaceX, vitale per la Iss e il programma spaziale della Nasa, la condivisione di un post per l'impeachment del presidente e la sua sostituzione col vice JD Vance e la premonizione che con i dazi ci sarà una recessione nella seconda metà di quest'anno.
Il tycoon ha svelato di averlo cacciato. Ed Elon, afferma Trump, ha «dato di matto». Finito dunque l'idillio della strana coppia dell'Oval Office: uno a capo della superpotenza Usa interpretata con formule sempre più imperiali, l'altro alla guida di una galassia industriale legata a doppio filo con l'esecutivo grazie a contratti miliardari col governo. Commesse che ora The Donald minaccia di azzerare, con Musk che lo ha sfidato subito con Dragon.
É stato il «Big Beautiful Bill», la legge di spesa del partito repubblicano in discussione a Capitol Hill, a far precipitare i rapporti: «Elon ne conosceva tutti i meccanismi dall'interno», ha detto Trump, facendosi dare in diretta su X del bugiardo: «Falso, non ne sapevo nulla», ha replicato Musk lamentando che «la legge è stata approvata nel cuore della notte, così velocemente che quasi nessuno l'aveva letta».
Che il rapporto tra i due si stesse incrinando, a dispetto della «chiave d'oro» della Casa Bianca regalata dal presidente al miliardario nel giorno del suo addio ai palazzi di Washington, era nell'aria da giorni. «Senza di me Trump avrebbe perso le elezioni, i Democratici controllerebbero la Camera e i Repubblicani sarebbero 51 a 49 al Senato», ha attaccato Elon su X, dando al presidente dell'«ingrato». Mentre le azioni del suo colosso, nel pieno della buriana, lasciavano sul terreno un altro 14%, bruciando in un batter d'occhio circa 150 miliardi di dollari.
«Non so se avremo più una grande relazione», ha ammesso Trump nello Studio Ovale, tornando a difendere la manovra di bilancio, convinto che le critiche del patron di Tesla e di Space X siano legate all'azzeramento degli incentivi per le auto elettriche. Senza contare il no del presidente alla scelta dell'uomo di Musk come capo della Nasa. Per il miliardario una ricostruzione «falsa: mantenete i tagli agli incentivi per veicoli elettrici e il solare nella legge, anche se non vengono toccati i sussidi a petrolio e gas (molto ingiusto!!), ma eliminate la montagna di spese di ogni tipo presente nella legge. O fai una legge grassa e brutta, o una legge magra e bellissima».
Sempre su X, poi, l'ultima provocazione di Musk che lancia un sondaggio che in pochi minuti raccoglie un fiume di sì: «È ora di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti effettivamente l'80% della popolazione di mezzo?».
Is it time to create a new political party in America that actually represents the 80% in the middle?
— Elon Musk (@elonmusk) June 5, 2025
Il quesito, cui si può rispondere per 24 ore, impazza incassando in meno di un'ora quasi 300 mila risposte, l'84% a favore. Musk, protagonista anche nel giorno del giuramento del tycoon, si era innamorato di Trump dopo l'acquisizione di Twitter: dopo averlo ribattezzato X, come «il figlio preferito», aveva adottato posizioni sempre più favorevoli alla libertà d'espressione incontrollata, criticando la «censura liberal» e i Democratici, tutti temi cari a Trump.
Lo scorso luglio, dopo l'attentato in Pennsylvania al candidato presidenziale repubblicano, Elon gli aveva dato l'endorsement e da allora aveva speso oltre 277 milioni di dollari per riportare il leader dei Maga alla Casa Bianca: ricambiato, dopo la vittoria, con un mandato illimitato per tagliare la spesa pubblica americana con il cosiddetto Department of Government Efficiency. Un rapporto che sembrava inossidabile ma, come molte storie, è durato poco.
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