Milano, trovata morta nella vasca da bagno: i Ris cercano tracce di sangue

La Redazione Web
Silvana Damato, tabaccaia di 69 anni, abitava a Bruzzano nella periferia nord della città. Sul corpo rinvenute tumefazioni e i segni di un fendente al collo
I carabinieri fuori dalla casa della donna - Foto Ansa/Andrea Fasani © www.giornaledibrescia.it
I carabinieri fuori dalla casa della donna - Foto Ansa/Andrea Fasani © www.giornaledibrescia.it
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Una indagine «complessa, a 360 gradi». L'avvocato Walter Felice, che assiste la famiglia, parla così dell'inchiesta sulla morte di Silvana Damato, 69 anni, trovata morta lo scorso 8 agosto nella vasca da bagno della sua abitazione. Per tutto il giorno a Bruzzano, periferia nord di Milano, i carabinieri del Ris sono andati a caccia di tracce di sangue ed altro materiale biologico con il Luminol per cercare di dare una spiegazione al giallo della morte della donna.

«La scena del crimine è sempre determinante perché parla in modo molto chiaro» e in questo caso «si tratta di un puzzle di cui bisognerà ricomporre i pezzi», osserva il legale. Tanto più in questo caso dal momento che l'appartamento al civico 7 di via Bisnati, «non è ben leggibile, se mi consentite la parola - aggiunge - non si riesce a capire che cosa ci sia di autentico o meno».

Silvana Damato
Silvana Damato

Ecco perché, in attesa di conoscere le cause della morte, dal momento che la perizia medico legale non è ancora stata depositata, i carabinieri sono tornati sulla scena del crimine, sempre che si accerti che la donna è stata uccisa. I Vigili del fuoco, che la sera dell’8 agosto sono entrati in quella casa dopo l'allarme degli amici che l'aspettavano per una partita a carte, l'hanno trovata in vestaglia immersa nell'acqua della vasca da bagno.

Le ferite

Il cadavere presentava tumefazioni vicino agli occhi e sulla fronte, forse provocate da alcuni colpi in faccia, e segni di un fendente al collo, probabilmente sferrato con un coltello o con un oggetto appuntito, che potrebbe aver provocato un’emorragia interna. Nessuna delle ferite, secondo l'autopsia, sarebbe stata però letale. Un giallo nel giallo il mancato ritrovamento delle chiavi di casa, come se qualcuno l'avesse chiusa dall'esterno, così come il telefono cellulare trovato nella vasca, dal quale gli investigatori stanno ricostruendo le frequentazioni della donna.

Le testimonianze raccolte sarebbero già numerose. Poche le informazioni utili, invece, dalle telecamere della zona, distanti dalla casa dove una vicina ha riferito di averla vista rientrate, sola, intorno a mezzogiorno dell'8 agosto.

Tracce di sangue

Nell'appartamento, trovato non perfettamente in ordine ma nemmeno a soqquadro come sarebbe stato in un tentativo di furto andato male e finito in rapina, i carabinieri del Ris di Parma sono rimasti tutto il giorno, alla ricerca di eventuali tracce di sangue che un potenziale assassino potrebbe aver ripulito prima di fuggire. I militari dell'Arma, che indagano coordinati dalla pm Valentina Mondovì, analizzeranno ogni traccia utile a far luce sulla morte della donna, senza escludere nessuna pista.

«Attendiamo tutti di leggere le valutazioni e le conclusioni e poi faremo le nostre. Si tratta di un'indagine a 360 gradi e complessa», ribadisce l'avvocato della famiglia, che attraverso il legale chiede «il massimo riserbo» nel rispetto della loro cara, una donna che tutti descrivono come «sempre sorridente e gentile» e «con una parola buona per tutti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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