Tragedia a Ponte di Legno, addio a Francesco Prati

Residente a Gussago, il 70enne si trovava con due amici in cordata in Valbione. La sua passione per la montagna lo aveva portato ad essere uno dei più apprezzati alpinisti della provincia
Tragedia a Ponte di Legno: la vittima è Francesco Prati - © www.giornaledibrescia.it
Tragedia a Ponte di Legno: la vittima è Francesco Prati - © www.giornaledibrescia.it
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La piccozza è rimasta conficcata nella cascata di ghiaccio che stava scalando. Il disperato tentativo di non precipitare nel vuoto. Ma non c’è stato nulla da fare. Francesco Prati, 70 anni di Gussago, è morto sul colpo, dopo un volo di 30 metri, sotto gli occhi dei due amici che erano con lui. Insieme avrebbero dovuto trascorrere una giornata in montagna, facendo quello che più amavano, e invece l’arrampicata in cordata si è trasformata in un incubo. Un incubo soprattutto per la famiglia: per la moglie e i due figli.

È successo ieri mattina, poco prima di mezzogiorno. Questo l’orario in cui gli amici di Prati sono riusciti a chiamare il 112. I tre esperti alpinisti di Gussago si erano recati a Ponte di Legno, in Valbione, per scalare la Cascata Madre. La cascata di ghiaccio situata a circa 1.800 metri di altitudine, per un’arrampicata che si sviluppa su 75 metri.

La dinamica

Al lavoro per ricostruire quanto successo i militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza (Sagf). Stando alle prime ricostruzioni si tratterebbe a tutti gli effetti di un tragico incidente. Prati, il più anziano dei tre scalatori, era capocordata e la caduta sarebbe avvenuta a oltre 1.900 metri di altitudine, praticamente a metà del percorso. I due amici, in una fase di sosta - dove la parete è meno ripida - hanno sentito tirare la corda e infine un forte tonfo. Ma non lo hanno visto cadere. Per questo motivo i militari stanno cercando di capire se ci siano altri testimoni oculari.

Sul posto è intervenuto il personale della V Delegazione bresciana del Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico - di Ponte di Legno con l’elisoccorso di Sondrio. Sono stati loro a recuperare il corpo della vittima, che per l’identificazione è stato portato alla caserma Tonolini al Passo del Tonale. Insieme ai militari del Soccorso alpino Guardia di finanza, sono intervenuti anche i carabinieri della Compagnia di Breno.

La vittima

Prati era nato a Cellatica il 1° giugno 1954, ma da oltre trent’anni viveva a Gussago: in pensione, aveva lavorato per anni all’Atb Acciaieria e Tubificio di Brescia. La sua passione per la montagna lo aveva portato a essere uno dei più apprezzati alpinisti della provincia, con un curriculum ricco di imprese memorabili. Saverio Drera, suo compagno di molte avventure, lo ricorda così: «Io Francesco lo conoscevo bene e l’ho frequentato parecchio. Abbiamo vissuto tantissime esperienze insieme in montagna, sia arrampicando sia sciando. Tecnicamente e atleticamente era uno dei migliori in assoluto. Era un grande alpinista e ha fatto cose straordinarie».

Il ricordo 

Tra le imprese che hanno segnato la sua carriera spiccano le tre grandi pareti Nord delle Alpi: Cervino, Grandes Jorasses ed Eiger, oltre a numerose vie aperte nel gruppo del Brenta, come quella sul Campanile Basso. «Era uno dei pochi alpinisti a riuscire in simili imprese», aggiunge con commozione Drera, ricordando con un sorriso un episodio speciale: «Sua figlia Michela è nata, in anticipo, mentre eravamo sull’Adamello, impegnati in un’arrampicata. Eravamo al rifugio a berci una birra quando arrivò la telefonata. Ovviamente gli abbiamo fatto pagare da bere per festeggiare».

Anche il sindaco di Gussago, Giovanni Coccoli, ha espresso cordoglio per la perdita: «Francesco era una persona con una passione sfrenata per la montagna, un vero esperto e un atleta nato. Negli ultimi anni lo si vedeva poco in paese perché aveva una casa in alta Valcamonica, dove trascorreva la maggior parte del tempo dedicandosi alle sue attività in montagna». Coccoli ricorda anche il lato umano di Prati: «Io stesso, quando ero scout, ho avuto modo di arrampicare con lui. Era un esempio per tutti, non solo per le sue imprese ma anche per la sua disponibilità e simpatia».

Prati lascia la moglie Giuliana e i figli Alessandro e Michela. Ancora non si conosce la data del funerale. 

Ha collaborato Federico Bernadelli Curuz

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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