Terremoto, i bresciani in Thailandia: «Un caos, i palazzi ondeggiavano»
Una città intera per strada, a caccia di un riparo dai calcinacci in caduta libera dai palazzoni di trenta piani. È stata una giornata di paura, ieri in Thailandia, per gli effetti del devastante terremoto in Myanmar. Il sisma di magnitudo 7.7, con epicentro a pochi chilometri da Mandalay, ha scosso anche Bangkok, come raccontano i bresciani residenti nella capitale.
«Tutti i grattacieli danneggiati»
«Erano le 13 e stavo lavorando al ristorante, quando i lampadari hanno cominciato a tremare» sono le parole di Alessandro Tinti, titolare della Trattoria Delina, nella zona del Lumpini Park e in Thailandia dal 2018. «Siamo corsi tutti fuori: abbiamo visto i lampioni ballare e i vicini palazzi ondeggiare. Ci siamo allontanati per paura ci cadesse in testa qualcosa, dirigendoci verso zone con edifici più bassi. Poco dopo siamo rientrati, ma un’altra scossa ci ha spinti a cercare riparo».

«Il ristorante per fortuna è al piano terra – aggiunge –, ma nei palazzi più alti la scossa è stata percepita con forza: amici all’11esimo piano si sono rifugiati sotto il tavolo e in generale tutti i grattacieli hanno riportato danni anche lievi. In generale è stata una giornata complessa: la città è andata in crisi. I bresciani che sono arrivati oggi (ieri, ndr) ci hanno messo oltre sei ore per arrivare qui dall’aeroporto».
«Ho aiutato una mamma con un bambino»
A percepire tutta la violenza del sisma anche un 38enne bresciano che abita nella zona Bangsue/Chatuchak, dove è avvenuto lo spaventoso crollo di un palazzo in costruzione, con numerose vittime e dispersi.
«È stata un’esperienza spaventosa. Di solito pranzo a mezzogiorno, ma oggi ho tardato e sono tornato a casa al 36esimo piano proprio al momento della scossa. Sono entrato e mi sono seduto sul divano perché pensavo mi stesse girando la testa. Invece l’edificio oscillava da far paura. Ho pensato "ci siamo" ed ero pronto a gettarmi da una finestra piuttosto che morire tra le macerie».
«Mentre correvo verso le scale antincendio mi sono girato e ho notato una donna nel panico, con in braccio suo figlio. Così l’ho aiutata a scendere al piano terra. Ora sono tutti per le strade, seduti fuori dai condomini e dalle case. Il Governo ha messo a disposizione degli hotel, sconsigliando di far ritorno a dormire nei palazzi a più piani per le prossime 24 ore. Infatti stanotte sarò ospite al piano terra».
«Un’ondata fortissima di vertigini»
A risentire del sisma anche la zona montuosa di Chiang Mai, nel nord della Thailandia, dove vive con la famiglia Stefano De Geronimo, titolare del 7 Senses Gelato Studio. «Alle 13.30 in punto io e mia moglie ci trovavamo in un supermercato a Chiang Mai. Ero vicino al reparto refrigerati quando all’improvviso ho sentito un’ondata fortissima di vertigini. Per un attimo ho pensato seriamente di avere un ictus. La testa mi girava, la vista era sfocata, ho perso l’equilibrio e mi sono dovuto aggrappare al carrello per non cadere».

Prosegue il racconto: «Mi sono voltato verso mia moglie, Shan Shan, e anche lei aveva la stessa espressione confusa e spaventata. Mi ha detto che sentiva la stanza girare. Ma in pochi secondi ci siamo resi conto che non eravamo noi: il pavimento ondeggiava, le pareti vibravano e le luci al soffitto oscillavano come pendoli impazziti. Gli scaffali tremavano e si sentiva un rumore forte di vetri e oggetti che cadevano. Attorno a noi, la gente era paralizzata: c’era chi urlava, chi si accucciava, chi cercava un punto stabile a cui aggrapparsi. Una madre ha afferrato il figlio e si è nascosta sotto una cassa. Un uomo anziano è caduto, ma subito un altro cliente lo ha aiutato a rialzarsi. Era il caos... ma anche una sorta di solidarietà spontanea.
Nel mezzo della confusione siamo riusciti a contattare la scuola dei nostri figli: ci hanno confermato che i bambini stavano bene, ma la scuola è stata chiusa per precauzione. Siamo fortunati ad essere sani e salvi, ma molti edifici, soprattutto quelli con più di tre piani, hanno riportato seri danni. In diverse strutture sono comparse crepe enormi e le autorità hanno ordinato l’evacuazione immediata di tutti i palazzi alti. È stata un’esperienza che ci ha segnato profondamente, sia fisicamente che emotivamente. Ma abbiamo anche visto il meglio delle persone: in mezzo alla paura, c’è stata anche un’ondata di umanità».
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