Sterminò la famiglia, la lettera del fuggitivo Del Grande

«Pago lo scotto del mio nome e di quello che ho commesso, stavo ricostruendomi una vita». Così Elia Del Grande, 49 anni, ricercato dopo l'evasione da una casa di lavoro nel Modenese, in una lettera al quotidiano online Varese News.
Nella missiva il fuggitivo, che alcuni vorrebbero nascosto nella zona di Cadrezzate, suo paese d'origine dove nel 1998 assassinò padre, madre e fratello per una relazione contrastata con una ragazza originaria di Santo Domingo, spiega le ragioni della sua fuga dopo aver scontato 25 dei 30 anni ai quali è stato condannato definitivamente, in carcere, salvo poi essere affidato dal settembre scorso alla comunità di lavoro dalla quale è scappato giovedì 30 ottobre.
«Il mio gesto - scrive Del Grande - è dovuto alla totale inadeguatezza che ancora incredibilmente sopravvive in certi istituti, come le case lavoro, che dovrebbero tendere a ri-socializzare e reinserire con il lavoro, per l'appunto cosa che non esiste affatto, le case lavoro di oggi sono in realtà i vecchi Opg dismessi nel 2015 grazie una legge stimolata da qualcuno che ha voluto aprire gli occhi su quello scempio che era ancora in essere, cosa che non è accaduto per le case al lavoro che in realtà sono recipiente di coloro che hanno problemi psichiatrici e che non hanno posto nelle Rems»
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