Eseguito lo sfratto del Leoncavallo, storico centro sociale di Milano

Sui social esulta il ministro Matteo Salvini: «La legge è uguale per tutti: afuera!»
  • Lo sfratto del Leoncavallo a Milano
    Lo sfratto del Leoncavallo a Milano - Foto Ansa/Bianca Maria Manfredi © www.giornaledibrescia.it
  • Lo sfratto del Leoncavallo a Milano
    Lo sfratto del Leoncavallo a Milano - Foto Ansa/Bianca Maria Manfredi © www.giornaledibrescia.it
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Questa mattina la polizia ha eseguito, con l’ufficiale giudiziario, l’ordine di sfratto emesso nei confronti dello storico centro sociale Leoncavallo a Milano. Lo sgombero del centro sociale di via Watteau era stato rinviato un centinaio di volte e lo scorso novembre il ministero dell’Interno era stato condannato a risarcire 3 milioni ai Cabassi, proprietari dell’area, proprio per il mancato sfratto.

Nessuno all’interno

Nei mesi scorsi l’associazione «Mamme del Leoncavallo» aveva presentato una manifestazione d’interesse al Comune per un immobile in via San Dionigi che poteva rappresentare un primo passo per lo spostamento del centro sociale dall’attuale spazio. Lo storico «Leonka» di Milano occupa lo spazio in via Watteau dal 1994. All’interno dell’immobile, durante l’ispezione, non c’erano persone. Oltre all’ufficiale giudiziario, sul posto è arrivato l’avvocato della proprietà, l’immobiliare Orologio della famiglia Cabassi.

Le reazioni

«Dopo quarant’anni di nuovo uno sgombero ad agosto. Non mi pare una buona idea ripetere il passato» le prime parole di Mirko Mazzali, legale del Leoncavallo: «C’era una data, il 9 settembre, e dovrebbe essere rispettata. Cerchiamo di capire perché è successo e se è legittimo. Avevano richiesto l’uso della forza pubblica per il 9 settembre, se hanno anticipato immagino ci sia una ordinanza del questore». Su un commento politico si limita a dire che «bisogna sentire il Comune, il sindaco».

Esulta invece il ministro Matteo Salvini, che sui social scrive: «Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!».

Duro invece il sindaco di Milano Beppe Sala, che ha detto di essere stato tenuto all’oscuro fino all’ultimo. «Ieri ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della Polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l'Ordine e la Sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledì. In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo. Ho ricevuto stamattina dal Prefetto la notizia».

«Per un'operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c'erano molte modalità per avvertire l'Amministrazione milanese. Tali modalità non sono state perseguite», aggiunge il primo cittadino che definisce il centro sociale «un valore storico e sociale nella nostra città».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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