Cronaca

Quartiere Primo Maggio, l’ex bocciofila ostaggio di topi, sporcizia e incuria

Nella struttura trovano spesso ricovero disperati. I problemi sono diversi, ma c’è paura a segnalarli
L'ex bocciofila abbandonata è ben visibile dalla strada che porta in via Dalmazia - © www.giornaledibrescia.it
L'ex bocciofila abbandonata è ben visibile dalla strada che porta in via Dalmazia - © www.giornaledibrescia.it
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«Vorrei segnalare un angolo dove, anche dopo tante segnalazioni, c’è il degrado più totale, l’ex bocciofila di via Divisione Acqui»: è il contenuto di una e-mail di denuncia inviataci da un lettore. E l’ex bocciofila non è un luogo come gli altri, la mente va immediatamente al novembre 2020 quando, in quel fazzoletto di terra coperto da erbacce e rovi, fu occultato il corpo di Viktoriia Vovkotrub, la badante ucraina 42enne uccisa dall’ex compagno.

L’ex bocciofila

In via Divisione Acqui nulla è cambiato: c’è ancora lo stabile fatiscente con il cartello «Bocciofila Bar Trattoria Rina e Mario», le ringhiere arrugginite, erba alta, finestre semiaperte, cartacce e muri scrostati. «Peccato, le bocce - ci dice Tiziana che lavora a due passi - erano un passatempo per gli anziani. E ora è pieno di topi, in estate ho paura ad aprile le finestre». E nessuno sa chi sia il proprietario, gli ultimi gestori, infatti, erano in affitto. Andando nella via parallela, quartiere Primo Maggio n. 27, là da dove i clienti entravano, si notano solo ante chiuse, la porta sprangata e la serranda corrosa dal tempo abbassata; il campanello non suona e il cancello scrostato con un telo ombreggiante mezzo staccato è chiuso a chiave. Da qui si intravede un vialetto pieno di foglie, un garage con porta aperta e, a stridere, appoggiata al muro, una bicicletta molto più recente e più in buono stato di tutto il resto. Il perché è presto detto: «Qualche mese fa - ci racconta un commerciante - lo stabile era stato occupato da una decina di disperati che poi sono stati fatti sgomberare».

Disperati, questa è la parola che torna in tutti i discorsi, di residenti e commercianti del quartiere.

Il quartiere

Sporco, noncuranza, poco rispetto delle regole, topi. Tutti ne parlano. E c’è anche molta paura («non faccia il mio nome» o «vedo le cose, ma non dico niente perché magari poi mi picchiano o peggio» ci dicono). «Non è più il quartiere di una volta - ci racconta un quasi 90enne che è arrivato qui nel 1961 -: c’era gente che lavorava e le fabbriche. Era un bel quartiere. Vitale. Ora c’è sporco ovunque». E ci porta a vedere un cortiletto di una casa malandata, ma abitata, piena di oggetti, carta ed erba alta.

«Sta diventando uno dei quartieri più degradati della città - ci dice un lavoratore di via Divisione Acqui -: la mattina si trovano sacchi della spazzatura, materassi e mobili abbandonati. Brescia è pulita, ma dentro il ring e non qui. Vedo persone che scavalcano per entrare nelle case vuote, abitazioni dove vive gente sfruttata, subaffitti, disperati che pagano per posti letto in case fatiscenti di sfruttatori. E topi. Non capisco perché non facciano un intervento come in via Milano. Perché non obblighino a sistemare le case e, soprattutto, perché manchino i controlli».

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