La valanga che è costata la vita a un uomo: cos’è successo in Presena
Una slavina ha travolto ieri mattina verso le 11 un gruppo di quattro scialpinisti che scendevano dal Presena, sopra il Passo del Tonale. Il gruppo di scialpinisti era composto da due tedeschi di 49 e 51 anni e uno spagnolo di 32, accompagnati da una guida alpina bresciana 36enne a sua volta rimasto travolto dalla slavina. Il gruppo di sciatori è stato travolto da una valanga lungo un canalone di una delle aree più apprezzate per il fuoripista nella zona del Presena.
I quattro avevano deciso di affrontare la «Sgualdrina», una delle due conche che, assieme al Cantiere, si diparte a lato dei tracciati, raggiungibili dalla stazione d’arrivo della cabinovia Paradiso. Aree amate da chi pratica il freeride, con la Sgualdrina che –presentandosi più ampia rispetto al catino leggermente più chiuso del Cantiere – può aver dato ai quattro l’impressione di presentare meno rischi. Un’illusione che è spesso fatale, per chi, pur potendo contando su doti come esperienza e abilità, deve fare i conti con le difficoltà ambientali e gli accumuli nevosi.
La caduta
Certamente, la giornata di ieri rappresentava un richiamo irresistibile per lo scialpinismo: manto fresco, cielo terso, tiepido sole. Una cartolina, che nascondeva tuttavia un rovescio fatto di livelli di rischio altissimi, come e più di quelli di domenica. E il pericolo è diventato in pochi istanti emergenza.
Pochi minuti prima delle 11, quando si è staccata la valanga da uno dei versanti, uno dei due tedeschi, un quarantanovenne, non è riuscito a rimanere in superficie ed è rimasto sepolto dai blocchi di neve, venendo individuato dai soccorritori in arresto cardiaco: vani per lui i tentativi di rianimazioni che sono stati messi in atto a lungo dal personale medico.
A salvarsi sono stati il suo connazionale 51enne e la guida bresciana, il trentaseienne Andrea Tocchini. A lanciare l’allarme sarebbe stato lo spagnolo, che è riuscito ad evitare che la massa nevosa lo travolgesse, potendo così comporre il 112 per segnalare l’accaduto e chiedere aiuto. Altri sciatori nel frattempo a loro volta hanno allertato i soccorritori dell’emergenza.
Sia il 51enne che il 36enne bresciano hanno riportato traumi seri. Non sarebbero in pericolo di vita: si trovano uno al Santa Maria del Carmine di Rovereto e uno al Santa Chiara di Trento. Il deceduto è stato composto nelle camere mortuarie del cimitero di Vermiglio, dove la salma è stata trasferita una volta portata a valle dall’equipaggio dell’elicottero dei vigili del fuoco.
I soccorsi
Dopo la chiamata dello spagnolo, gli operatori del 112 hanno mobilitato i soccorsi: era già stata segnalata la presenza di almeno tre persone sotto la valanga, dunque è stato richiesto l’intervento di due elicotteri. Dalla base di via Lidorno uno dei due equipaggi ha imbarcato un’unità cinofila del Soccorso alpino che, una volta in alta Val di Sole, è stata sbarcata per iniziare le ricerche dello scialpinista sepolto, mentre il tecnico di elisoccorso del Soccorso alpino e l'equipe sanitaria a bordo dell’altro elicottero sono stati sbarcati poco lontano e hanno provveduto ad estrarre i due scialpinisti semisepolti nella neve prestando le prime cure.

Al lavoro, nelle prime fasi dell’emergenza, anche i militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza di Edolo che si trovavano ieri mattina sopra Ponte di Legno per un’esercitazione ed hanno così raggiunto rapidamente la Sgualdrina per le delicate operazioni del Soccorso alpino trentino. Al passo del Tonale sono poi arrivati anche i carabinieri della compagnia di Cles, che cureranno ora le indagini.
Il bresciano
Guida alpina dal 2018, Andrea Tocchini è un valente tecnico della montagna. Molto noto nell’ambiente della montagna per la sua scelta di lasciare la città – viveva a Bovezzo –per vivere ogni giorno le sue amate montagne. Ieri sarebbe stato sottoposto ad un intervento chirurgico a Trento per ridurre le fratture riportate nell’incidente.
Negli anni ha fondato «Simply adventure» per permettere a tutti di avvicinarsi al concetto di avventura in maniera accessibile e guidata. Per «CampoBaseFestivalAdamell» ha curato due esperienze di canyoning che portano nel cuore delle abetaie camune. Con il canynoning Andrea ha dichiarato di vivere il vero contatto tra roccia e acqua. Oltre che guida alpina è anche maestro di alpinismo: soprannominato «Anello», come lo chiamano affettuosamente gli amici, da ieri sera nell’ospedale di Trento è considerato fuori pericolo.
Nell’ottobre del 2011, a 22 anni, riportò la frattura di una caviglia in una caduta dove invece morì invece il compagno di cordata sul Cervino.
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