Precipita a 2.500 metri di quota sulla via del ritorno: chi era Roberto Baccanelli

Sergio Gabossi
Il 67enne morto ieri in un canalone ai piedi della Cima Aviolo era un alpinista esperto. Ieri era solo e nessuno ha assistito all’incidente. Si ipotizza anche un malore all’origine della caduta
Roberto Baccanelli aveva 67 anni, è morto precipitando per 50 metri ai piedi della Cima d'Aviolo - Foto Sergio Gabossi
Roberto Baccanelli aveva 67 anni, è morto precipitando per 50 metri ai piedi della Cima d'Aviolo - Foto Sergio Gabossi
AA

L’ultima sua vetta in solitaria, Roberto Baccanelli, l’ha raggiunta ieri mattina verso le dieci e trenta. Ha mollato lo zaino ai piedi della croce di legno, ha fatto la solita telefonata scacciapensieri alla moglie Franca e, forse, ha affidato un pensiero e una preghiera alle sue montagne. Poi, la morte se l’è portato via sulla strada del ritorno: i soccorritori l’hanno trovato senza vita in un canalone a circa 2.500 metri di quota, ai piedi della Cima Aviolo, sul versante che scende verso il passo Gallinera.

Alpinista esperto

Il 67enne originario del «Saletto» di Berzo Demo ma residente a Brescia, si aggiunge al triste elenco delle vittime della montagna. Baccanelli era un alpinista esperto con un lungo curriculum d’alta quota e grande conoscitore dei sentieri camuni: nel 2008, per il suo cinquantesimo compleanno, era partito dalla sua abitazione di Brescia a piedi e, insieme al fratello Gianfranco, aveva raggiunto la vetta dell’Adamello dopo quattro giorni di cammino. Lascia la moglie Franca, le figlie Marta e Irene e le nipotine Viola e Nives. A piangerlo anche i fratelli Gianfranco, Dario, Elide e Ulisse.

L’incidente

Toccherà ai Carabinieri di Breno e agli uomini del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Edolo, ricostruire l’accaduto. Si sa per certo che il pensionato ha affrontato l’escursione da solo e nessuno ha assistito alla caduta: non è da escludere che possa essere stato colto da un malore, prima di precipitare nel vuoto per una cinquantina di metri perdendo lo zaino nella caduta. L’uomo sarebbe uscito di casa all’alba di ieri con l’intento di salire Cima Aviolo, a 2.881 metri di quota. Anziché scegliere la via classica che sale dal Monte Colmo e dal sentiero Boninchi, ha scelto l’itinerario più difficile e affascinante che sale dal Passo Gallinera. Ha raggiunto con l’ auto la Val Paghera di Vezza d’Oglio e da qui, si è incamminato sul sentiero 21 fino al rifugio Sandro Occhi e poi su, verso i 2.300 metri del bivacco Festa e lungo la cresta sud-est che l’ha portato in vetta dove è arrivato verso le 10. 30. Qui, l’ultima telefonata a casa con la promessa di rientrare nel primo pomeriggio: ma, da quel momento, di Roberto si sono perse le tracce.

L’allarme

Intorno alle 15, la moglie ha telefonato al fratello Gianfranco che ha raggiunto Vezza d’Oglio dove ha trovato l’auto. I parenti hanno subito allertato i soccorsi e da terra si sono mosse le squadre del Soccorso Alpino di Edolo e Temù insieme ai militari della Guardia di Finanza del Soccorso Alpino di Edolo e all’eliambulanza di Brescia. Dopo circa tre ore, il suo corpo è stato avvistato in fondo ad un canalone a circa 2.500 metri di quota. Delicato il recupero che ha impegnato una decina di uomini. La salma di Baccanelli è stata trasferita nella camera mortuaria dell’ospedale di Edolo a disposizione dell’autorità giudiziaria che a tarda sera ha rilasciato il nullaosta per la restituzione alla famiglia. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.