l’Opera per l’educazione cristiana premia le idee dei giovani sull’AI

«Alla fine, anche il più sofisticato degli algoritmi non saprà mai cosa vuol dire sperare, amare, soffrire. E questo, fortunatamente, è ancora affare dell’uomo». L’intelligenza artificiale è una sfida, ma molti giovani hanno le idee chiare su come affrontarla. Come Luciasole Gandolfi, studentessa di quinta superiore dello scientifico Paola Di Rosa di Lonato, vincitrice del Premio speciale alla memoria di monsignor Giuseppe Cavallari del 48° programma di studio dell’Opera per l’educazione cristiana.

Incontri

Quattro incontri da novembre a febbraio, con interventi di illustri relatori ed esperti. Il tema: «Sfide e orizzonti dell’intelligenza artificiale». Al termine del percorso, rivolto a studenti e studentesse delle superiori di Brescia e provincia, i ragazzi hanno svolto una prova finale – un saggio critico o un progetto multimediale –, valutata da un’apposita commissione. Agli autori degli elaborati migliori sono stati assegnati 14 premi ricerca di 800 euro ciascuno e uno speciale, da 1.000 euro, alla memoria di monsignor Cavallari, già vicepresidente dell’Oec. Tutti sono stati premiati ieri pomeriggio al Centro Studi dell’Istituto Paolo VI di Concesio. Anche agli altri 72 partecipanti l’Oec ha conferito un riconoscimento in denaro.

«Il corso non ha certo potuto esaurire la riflessione sull’Intelligenza artificiale, ma leggendo gli elaborati siamo sicuri di aver ottenuto l’obiettivo che ci eravamo posti: riconoscere l’enorme distanza tra intelligenza umana e artificiale e comprendere la necessità di porre dei limiti chiari al suo utilizzo, avviando una riflessione etica che orienti il progresso tecnologico a un uso responsabile – ha spiegato la professoressa Stefania Pozzi, che ha fatto un resoconto del percorso –. Il corso di quest’anno ha destato un grande interesse e ha sollecitato la loro curiosità, sicuramente perché attratti dall’argomento proposto, di grande attualità e data anche la loro assidua frequentazione dei social e il ricorso all’AI come supporto al lavoro scolastico. Una cosa che hanno ripetuto molto nei loro elaborati, dicendo che questo ricorso forse comporta una diminuzione delle loro capacità rielaborative e critiche. Grazie al coinvolgimento diretto dei ragazzi da parte dei relatori le conferenze sono state molto partecipate ed efficaci».

La lectio

Prima della cerimonia di premiazione c’è stato ancora un ultimo momento formativo, con la lectio del professor Riccardo Adamini, ordinario di Meccanica applicata e Robotica dell’Università degli studi di Brescia, intervenuto sul tema «Intelligenza artificiale: cosa resta dell’umano».

Poi hanno preso la parola due ragazze premiate. Nelle loro parole, la consapevolezza del valore dell’AI, ma – ancor di più – di quello della dignità dell’intelligenza umana: «La tecnica senza anima rischia di diventare mostruosa, e l’uomo, se non custodisce la propria unicità, può diventare mostruosa – ha detto la vincitrice del premio speciale Cavallari, Luciasole Gandolfi –. Di fronte all’esplosione dell’intelligenza artificiale che ci cura, ci guida e ci stupisce, dobbiamo rimanere saldi nell’unica vera intelligenza che non può essere replicata: quella umana».

Il legame tra etica e uso dell’AI è stato rimarcato, nel suo saluto, anche dal vicario episcopale per la cultura della Diocesi, monsignor Raffaele Maiolini, che ha ricordato, tra le altre cose, il concetto di «algoretica» caro a papa Francesco: un’etica anche per l’algoritmo. Un’altra ragazza di quinta del Copernico di Brescia, Cecilia Angeloni, a cui è stato assegnato un premio di ricerca, ha invece sottolineato l’importanza dei corsi al Centro studi Paolo VI nella sua formazione: «Non solo hanno contribuito al mio modo di pensare, ma sono stati determinanti nel chiarire i miei interessi e nell’orientarmi con maggiore consapevolezza nella scelta del mio futuro percorso universitario».

Educazione

Soddisfatto del percorso il vicepresidente dell’Opera per l’educazione cristiana, Michele Bonetti: «Sono 48 anni che l’Opera propone questi corsi ai giovani delle superiori di Brescia e provincia: ha sempre avuto come interesse primo e imprescindibile il rapporto diretto con i giovani, esplicitazione della genialità educativa che la nostra terra sa esprimere e ha espresso in tanti grandissimi uomini laici e presbiteri che hanno avuto come attenzione prima l’educazione. Con l’educazione cresce un nuovo mondo».