Cronaca

Omicidio Sharon Verzeni, il coltello recuperato dal team bresciano

Simone Bottura
A trovare la lama dopo le indicazioni dell’omicida Paolo Campanardi, 40enne di Toscolano Maderno conosciuto come Gibba, protagonista del format tv Metal Detective
Il gruppo gardesano impegnato nelle ricerche - © www.giornaledibrescia.it
Il gruppo gardesano impegnato nelle ricerche - © www.giornaledibrescia.it
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È stato Paolo Campanardi, 40enne di Toscolano Maderno, a ritrovare l’arma del delitto nel luogo dove era stata nascosta. Secondo gli inquirenti è il coltello utilizzato per uccidere Sharon Verzeni. Campanardi, conosciuto dal grande pubblico come Gibba, protagonista del format Metal Detective in onda su Discovery, era all’opera a Terno d’Isola da mercoledì, su incarico della Procura di Bergamo, in qualità di esperto nell’uso del metal detector e nella ricerca di oggetti metallici.

Ieri, dopo la confessione dell’autore dell’omicidio e le informazioni fornite in merito al luogo in cui aveva nascosto il coltello utilizzato nell’aggressione a Sharon, Campanardi e la sua squadra sono stati inviati dai carabinieri lungo l’argine del fiume Adda, nella zona di Medolago. «Ci è stata indicata l’area in cui cercare – racconta Paolo Campanardi – e abbiamo individuato e recuperato quello che dovrebbe essere il coltello usato per il delitto, un’arma da taglio che ho estratto personalmente dal terreno». Un ritrovamento inusuale ma importante per Gibba e i suoi compagni del Mu.Re., il Museo Recuperanti 1915-1918 Alto Garda Bresciano di Toscolano Maderno, chiamati dalla Procura per la caccia all’arma del delitto: «Quando ci chiedono di collaborare in situazioni come questa – racconta Campanardi – siamo sostanzialmente chiamati per fare due cose: trovare quello che manca per continuare le indagini o assicurarci che dove cerchiamo quello che manca non ci sia. In questo caso siamo contenti per come è andata a finire. Per noi del Mu.Re. è un onore metterci a disposizione quando serve».

Il team di ricerca

Coordinati da Campanardi, a Terno d’Isola e dintorni hanno operato, con i loro metal detector e magneti, Daniele Bodei di Gavardo, Francesco Zampini di Cavion Veronese, Luca Cozza e Stefano Sestolini di Modena, con il supporto tecnico logistico di Giovanni Nicosanti di Detector Center di Cervia.

Il team di ricerca, che di solito agisce nei boschi, dove c’erano trincee e postazioni militari, alla ricerca di ordigni bellici e altri reperti di guerra, questa volta ha operato in ambiente urbano, nei quartieri di Terno d’Isola attorno a via Castegnate, dove è stata uccisa Sharon. È stato un lavoro che ha visto il team del Mu.Re. impegnato per tre giorni i. «Abbiamo effettuato 36 ore di ricerca – rivela Campanardi -, aperto e controllato più di 350 chiusini stradali, ispezionato corsi di fiumi e ruscelli, campi e prati, giardini e costruzioni, qualsiasi angolo di Terno d’Isola, che ormai conosco bene quasi quanto Toscolano». Abituato a far luce sui misteri della storia, questa volta Gibba ha dato il suo contributo alla risoluzione di un triste episodio di cronaca.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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