Garlasco, l’esperto: «Utilizzabili le tracce di Dna di Chiara Poggi»

È l'ipotesi che si basa sulle dichiarazioni del genetista Marzio Capra, storico consulente della famiglia della vittima. Intanto proseguono le indagini parallele dei pm di Brescia a carico dell'ex procuratore pavese Mario Venditti
Andrea Sempio - Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi sarebbe valido. È l'ipotesi che si basa sulle dichiarazioni del genetista Marzio Capra, storico consulente della famiglia della vittima, al termine dell'udienza di venerdì scorso davanti alla gip Daniela Garlaschelli. «Per questa analisi sul Dna dei margini ungueali - ha detto - dovremo effettuare tutti gli eventuali confronti».

Per la difesa di Alberto Stasi, per i pm e per i loro consulenti, uno dei due profili genetici presenti sulle unghie di Chiara è riconducibile ad Andrea Sempio, unico indagato (in concorso) nella nuova inchiesta per l'omicidio commesso nella villetta di via Pascoli a Garlasco il 13 agosto 2007.

I legali e i consulenti dell'indagato e della famiglia Poggi, al contrario, hanno sempre sostenuto che il materiale genetico raccolto non fosse sufficiente per arrivare a un risultato attendibile. Se il Dna che ha fatto riaprire le indagini a carico dello storico amico di Marco Poggi è utilizzabile, verrà quindi sottoposto a confronto nell'ambito dell'incidente probatorio in corso.

L'avvocato Francesco Compagna, legale del fratello della vittima, venerdì ha precisato che nel corso dell'udienza «sono stati esposti gli esiti dei primi lavori sul Dna». Dna che «non era attribuibile, non c'era nessun elemento - ha aggiunto -, ci sono dei dati probatori reali. Stiamo dando l'impressione agli italiani che non esistono le scienze forensi, che ognuno può fare una relazione». I periti incaricati dal giudice di eseguire tutti gli accertamenti, ossia la genetista Denise Albani e l'esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani hanno chiesto e ottenuto una proroga di 70 giorni, quindi fino al 18 dicembre, per completare le analisi.

Un terzo perito, Giovanni Di Censo, è stato poi nominato per occuparsi delle impronte sulle paradesive e di quelle trovate sul pacco di cereali e sul sacchetto della spazzatura, se saranno ritenute utilizzabili. Come stabilito dalla gip durante l'ultima udienza, resta fuori dall'incidente probatorio l'ormai nota impronta 33, individuata su una parete delle scale che portano al seminterrato nella villetta dei Poggi e attribuita dagli inquirenti a Sempio, difeso dai legali Massimo Lovati e Angela Taccia.

Intanto proseguono le indagini parallele dei pm di Brescia a carico dell'ex procuratore pavese Mario Venditti. L'accusa, che ha portato a una serie di perquisizioni venerdì mattina, è quella di corruzione in atti giudiziari, ossia l'aver ricevuto del denaro per archiviare l'inchiesta sul 37enne nel 2017. Accuse negate dagli stessi genitori di Sempio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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