Cronaca

Nel Bresciano 85mila tonnellate di rifiuti radioattivi in nove discariche

La maggior parte contaminati da Cesio-137 arrivato dall’ex Unione Sovietica nei primi anni Novanta e fuso in alcune raffinerie
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Nove i siti radioattivi nel bresciano
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Con 85.534 tonnellate di rifiuti radioattivi la provincia di Brescia registra la maggior concentrazione di discariche contenenti scorie di questo tipo, non solo in Lombardia ma in tutta Italia.

Nel Bresciano sono nove i siti contaminati, che rappresentano la gran parte dei siti lombardi (in tutto parliamo di 15 installazioni industriali sparse sul territorio regionale), i quali con 6.147 metri cubi di rifiuti radioattivi costituiscono il 19,81% delle scorie nazionali. La Lombardia è seconda solo al Lazio, dove ne sono stipati 9.284 metri cubi. Segue al terzo posto il Piemonte, con 5.605 metri cubi.

I siti

I siti della provincia di Brescia, tutti a bassa radioattività, sono in gran parte l’eredità di una partita di materiale ferroso contaminato da Cesio-137, arrivato dall’ex Unione Sovietica nei primi anni Novanta e fuso in alcune raffinerie.

Dei nove siti, due sono in città, quattro nell’hinterland, due in Valtrompia e uno in Valsabbia. Di questi, grazie agli oltre 6 milioni di euro sbloccati nel 2019 dal Ministero della Transizione ecologica su pressione della Prefettura, sette saranno sottoposti a bonifica completa, cui si aggiunge ora la messa insicurezza anche quello di Capriano del Colle.

Gli altri siti sono: l’area Cagimetal (ex cava Piccinelli), situata proprio alle porte della città, che dal 1998 custodisce 1.800 tonnellate di scorie di fonderia e per la sua messa in sicurezza il Ministero ha stanziato un milione di euro.

C’è poi l’Alfa Acciai, che al suo interno contiene 580,6 tonnellate di materiale contaminato, per la cui messa in sicurezza sarà investito, anche in questo caso, un milione di euro. A Sarezzo, invece, ci sono le Acciaierie Venete dove dal 2007 sono stoccate 270 tonnellate di polveri di fumo contaminate a bassa radioattività.

In Valsabbia, a Odolo, 170 tonnellate di polveri sottili contaminate sono stoccate alla I.r.o. Industrie Riunite Odolesi spa, mentre in Valtrompia, alla Rvd ex Fonderie Rivadossi di Lumezzane dal 2008 si trovano 157 tonnellate di materiale da bonificare. A Mazzano, dal 2001 la Service Metal Company ospita 25 tonnellate di scarti contaminati da americio: si tratta di scorie di fusioni e polveri di fumi. Per lo smaltimento sono previsti 125.830 euro. L’azienda di Mazzano ha già investito 300mila euro nella costruzione di un bunker.

Infine rimangono gli altri due siti che sono, di fatto, «eredità» della Metalli Capra: a Montirone, ad esempio, si trova la ex raffineria oggi Menoni Metalli Srl custodisce 21,8 tonnellate di rifiuti radioattivi; e a Castel Mella la Green Mass Logistic Srl, dove sono stipate 9 tonnellate di scorie radioattive per la cui bonifica è stato stanziato un milione di euro.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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