Muore a 9 anni in vacanza in Egitto: «Vogliamo capire cosa è successo»

Avrebbe dovuto essere una vacanza da sogno, prima di tornare alla vita di tutti giorni, prima di tornare al lavoro e ai banchi di scuola. Un momento di svago e di relax sulle spiagge di Marsa Alam, immergendosi nelle acque cristalline del Mar Rosso. Ma quel sogno, tra domenica e lunedì, nel giro di poche, interminabili, ore, si è trasformato in un incubo. In una tragedia, quella di un bambino di nove anni morto in un ospedale egiziano per cause ancora tutte da chiarire. O meglio, per usare le parole del padre, «in un’altra struttura, in un altro posto, non sarebbe successo». Perché a suo modo di vedere, come confermato anche dal legale della famiglia, si è perso troppo tempo.

La storia di Mattia Cossettini, bambino friulano residente nel Comune di Tricesimo, non ha colpito soltanto la provincia di Udine, ma anche il Bresciano. Infatti, il papà Marco, originario di Tavagnacco, da diversi anni lavora alla Copan, azienda farmaceutica specializzata nella produzione di tamponi, nella quale oggi ricopre il ruolo di «Chief Risk Officer», responsabile del rischio.

Il racconto

Marco Cossettini non riesce a stare troppo al telefono. Si scusa, anche in un momento straziante, pieno di dolore, come quello che lui e la moglie Alessandra stanno vivendo in queste ore. Non può parlare del caso, anche perché la salma del figlio è ancora a disposizione dell’Autorità giudiziaria locale. Ma ripercorre quello che è successo domenica – i Cossettini sono partiti per la vacanza in Egitto giovedì 2 gennaio –, quando la famiglia è uscita per un’escursione in barca.

«Mio figlio si è sentito male all’improvviso quando eravamo ancora sulla barca – spiega –, ha avuto un malore e si è accasciato a terra, svenuto. Quando siamo rientrati, lo abbiamo portato subito dal medico del villaggio».

Ed è proprio qui che iniziano i problemi: il medico del resort lo tratta come se fosse un colpo di calore e dopo una flebo lo rimanda nella sua stanza, dal papà, dalla mamma e dal fratellino più piccolo.

«Ma la situazione non è migliorata – continua il papà –. Anzi, la notte mi sono reso conto che Mattia non stava per niente bene. Per questo motivo abbiamo chiamato un’ambulanza, che lo ha trasportato d’urgenza in un ospedale fuori dal villaggio turistico».

Marco Cossettini non aggiunge altro. Non c’è niente da dire perché è nel letto di quell’ospedale che, nella notte tra domenica e lunedì, poco prima dell’alba, il bambino di 9 anni è deceduto, facendo sprofondare nel dolore i suoi cari.

Fare chiarezza

La famiglia rientrerà in Italia, come programmato all’inizio della vacanza in Egitto, domani, giovedì. Ma sicuramente per il rimpatrio della salma ci vorranno più giorni, forse addirittura settimane, come spiega al telefono l’avvocata Maria Virginia Maccari, legale di Udine incaricata dalla famiglia per questo caso.

«La nostra speranza è di riuscire a fare tutto per la settimana prossima, ma al momento non sappiamo nulla – conclude il papà, prima di riagganciare il telefono per tornare dalla moglie e dal figlio –. Non posso dire nulla, non so nemmeno se verrà eseguita l’autopsia in questo momento. Quello che per ora posso dire è che vogliamo sapere cosa sia successo a nostro figlio, se sia stata eseguita la procedura corretta. Mio figlio fino a domenica non aveva mai avuto nulla, è sempre stato un bambino sano e forte».

L’azienda bresciana

Come già sottolineato la tragedia della famiglia del Friuli Venezia Giulia ha toccato anche la provincia di Brescia.

«Marco e la sua famiglia stanno vivendo un dolore profondo e inaspettato – si legge nel comunicato di cordoglio della Copan, l’azienda per cui Marco Cossettini lavora dal 2017 –, un’esperienza che è difficile persino da immaginare. In questo momento così tragico, Marco troverà il più sincero e profondo sostegno in Stefania, Giorgio e in tutti i suoi colleghi di Copan. Siamo tutti vicini a lui con affetto e solidarietà, e gli siamo accanto in questo difficile cammino».