Addio a Enzo Gazich, professore all’Arnaldo e stimato pittore

Docente, artista, uomo di cultura che univa alle radici dalmate la lezione della classicità di cui era profondo conoscitore. Si è spento nelle scorse ore, dopo una lunga malattia, Enzo Gazich, per decenni insegnante di lettere al liceo classico Arnaldo, dove a partire dal 1974 alla sua competenza hanno attinto intere generazioni di ginnasiali.
Chi era
Enzo Gazich era nato a Zara nel 1943, terra di cui – come rivela il cognome – era originaria la sua famiglia, durante un bombardamento anglo-americano, come lui stesso ricordava anni fa in un’intervista. E proprio le vicende della seconda guerra mondiale avevano segnato la storia della sua famiglia e dato origine al profondissimo legame con Brescia, divenuta per lui una seconda patria dopo gli anni terribili sotto Tito e quindi l’esperienza lacerante dell’esodo.
Nella nostra città, dove era giunto ancora bambino nel 1949, aveva ritrovato la serenità negata e avviato quel profondo percorso di crescita culturale che ne aveva fatto uno dei protagonisti non solo del panorama della formazione, ma anche del contesto artistico. Ambiti che ha saputo unire anche attraverso i corsi di pittura proprio al liceo Arnaldo, come linguaggio alternativo a quello verbale: era convinto che l’immagine potesse offrire altre vie di conoscenza e di espressione, soprattutto in età formativa.

La sua ricerca pittorica, avviata giovanissimo sotto la guida di Enrico Ragni, lo ha portato nei decenni anche a numerose personali a Brescia e non solo. Nella sua produzione, spesso improntata ad un vedutismo che travalicava il dato puramente paesaggistico caricando il dato visivo di rimandi onirici e riferimenti metafisici, non manca la presenza della sua terra d’origine, il ritorno nella quale gli fu negato per oltre vent’anni, legando la sua esperienza a quella di decine di migliaia di profughi di Istria e Dalmazia. E dato che le sue tele nascono lungo un asse ideale che unisce la terra d’origine e quella d’adozione, se da una parte si trovano le marine dalmate, con spiagge rocciose, calette isolate e orizzonti aperti, dall’altra non manca il paesaggio collinare bresciano e gardesano.

Il ricordo e i funerali
Enzo Gazich lascia la moglie Daniela Valseriati, i figli Angela e Stefano – nostro collega della divisione commerciale – e i nipoti, oltre al fratello Roberto, altra figura nota nel panorama culturale bresciano, testimonianza di una famiglia in cui è forte la sensibilità alla dimensione artistica, come attesta anche il nipote Michele, noto musicista.
Il funerale si svolgerà martedì 23 dicembre alle 10.30 nella chiesa della parrocchia del Buon Pastore in viale Venezia 108 partendo dalla Poliambulanza – dove è già aperta la camera ardente – alle 10.10, per proseguire poi verso il tempio crematorio.
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