Malonno, riapre la miniera Ferromin: sarà un parco didattico

Un luogo di lavoro durissimo, dove spesso si attaccava con il buio e si usciva con il buio, lavorando nelle viscere della montagna anche per quindici ore. È la storia delle miniere e dei minatori. E a Malonno è successo sino agli anni Cinquanta. Oggi la miniera Ferromin torna a vivere, dopo anni di abbandono, con uno scopo didattico e turistico. Ma la sensazione di entrare in quei cunicoli, soprattutto per i malonnesi, sarà la stessa, perché quasi ogni famiglia ha avuto un lavoratore alla Ferromin.
Il recupero
Venerdì alle 15 il sindaco Giovanni Ghirardi inaugurerà il nuovo parco minerario, dando il là alle prime visite guidate. Il progetto di recupero è partito nel 2021, quando la Regione ha finanziato l’intervento. L’ingresso al percorso minerario è dal livello basso, con uno sviluppo di circa 250 metri prima d’intercettare quella che in passato era la «discenderia», completamente recuperata; da qui parte la risalita, per una quarantina di metri sino al livello superiore, all’incirca a metà del tragitto, dove si prosegue sino alla parte più interna della galleria, dov’è stato ricavato un ambiente molto spazioso.

La visita prosegue, quindi, sino all’uscita dal livello sopra, dov’è stato recuperato un vecchio rudere a servizio della miniera, realizzando una tettoia simile a quella degli scavi archeologici, ricavandone un’area protetta dov’è possibile sostare. Anche l’area esterna è stata completamente recuperata, con un ripristino ambientale che ha compreso la strada che porta all’imbocco basso, con la creazione di una reception e l’area dei servizi, un magazzino e la cabina tecnica. Grande l’attenzione per la sicurezza, con impianti di aerazione, illuminazione e comunicazione con l’esterno.
La struttura sarà gestita con un appalto di servizio tramite una cooperativa controllata dal Comune, che aprirà il sito inizialmente solo nel fine settimana, ma con l’obiettivo di ampliare sempre più gli accessi e divenire autonoma, con alcune migliaia d’accessi l’anno. «È una scommessa per tutti – afferma Ghirardi –, sono convinto che possa essere un valore aggiunto per la comunità e un volano di sviluppo, visto che ci aspettiamo un bel giro di visitatori. Per noi malonnesi c’è una componente emozionale, perché in tanti hanno lavorato qui, anche mio nonno. È un orgoglio mantenere vive le tradizioni e il ricordo con un’esperienza diversa in un luogo che per Malonno è sempre stato iconico».
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